NUOVO DIRETTIVO DEL SINDACATO DI RAPPRESENTANZA DEGLI STUDENTI: «IL DISAGIO TRA I GIOVANI STA CRESCENDO»
di Graziarosa Villani
Simone Savasta, Angela Dipalo e Leonardo Savi. Questi i componenti dell’esecutivo della Rete degli Studenti Medi di Bracciano eletti nel corso del terzo congresso che si è tenuto in modalità on line il 30 gennaio. Un incontro al quale hanno preso parte esponenti di CGIL, COBAS e WWF. “Oggi continuiamo il percorso iniziato tre anni fa – hanno detto i nuovi dirigenti territoriali- il nostro intento è quello di continuare a difendere i diritti di studentesse e studenti ed aumentare il numero di iscritti per creare una comunità studentesca e politica e dei luoghi di confronto, di dibattito utili agli studenti, ormai da tempo mancanti nel nostro territorio”.
Un programma importante che L’Ortica del Venerdì ha voluto approfondire facendo loro una intervista.
Cosa vogliono gli studenti di Bracciano?
Ovviamente non possiamo parlare per tutte e tutti, ma la maggior parte degli studenti di Bracciano vuole trovarsi in una condizione di sicurezza, come anche altrove. Il rientro a scuola sta procedendo, ma ancora mancano degli elementi affinché gli studenti e le studentesse possano essere in completa sicurezza. Ci hanno riferito ad esempio di corse mancanti o sovraffollate: per questo motivo ci stiamo muovendo per risolvere almeno queste problematiche, scrivendo alle diverse agenzie di trasporti. Crediamo che la Dad sia stata fondamentale per molti mesi, ma che debba essere usata come uno strumento emergenziale, non come una vera e propria sostituzione, visto che, a lungo andare, rende sia alunni che professori stanchi e poco stimolati. Per questo è importante lavorare tutti insieme per far in modo che questo rientro funzioni e non diventi la causa dell’aumento dei contagi: la scuola dovrebbe essere un posto sicuro.
Quali sono i rapporti con i docenti e i dirigenti scolastici?
Il clima che si è instaurato in questo periodo di Covid tra studenti, docenti e dirigente scolastico è molto particolare. Prima dell’emergenza sanitaria l’intera comunità scolastica era molto coesa e forte, al contrario di adesso, che, a causa della Dad, si è molto frantumata. Alcuni docenti riescono a mantenere quella linea che tenevano anche prima dell’emergenza, mentre altri invece trovano molte più difficoltà, e a rimetterci sono gli studenti dal punto di vista dello studio, e i professori stessi, che vorrebbero tornare a praticare il loro mestiere e non continuare a fare solamente i burocrati. Questa è una delle tante conseguenze della dad, ed è per questo che è necessario ricorrere ad essa il meno possibile, protendendo più per la didattica in presenza IN SICUREZZA.
Notate una crescita del disagio tra i giovani e cosa fate per intervenire al riguardo?
Crediamo che il disagio stia crescendo molto tra i giovani che, alla fine, sono una delle fasce più colpite a livello psicologico dagli effetti della pandemia. La solitudine, la paura del contatto, i ritmi frenetici e l’impossibilità di sfogarsi, anche nello sport o nell’uscire con gli amici, stanno influenzando molto i ragazzi e le ragazze, che provano sempre più un grande senso di smarrimento e demotivazione. Inoltre, nei territori del lago mancano da tempo dei luoghi dedicati ai giovani, in grado di offrire momenti di dibattito e di confronto fra gli studenti. Anche la mancanza di questi momenti crea disagi fra i ragazzi, i quali non hanno degli spazi dove possano confrontarsi su questioni di qualsiasi tipo, e dunque sviluppare il loro senso civico e comprende l’importanza ed il valore della democrazia. Come sindacato studentesco proviamo a sopperire a queste mancanze attraverso l’organizzazione di momenti assembleari, dove gli studenti e le studentesse hanno la possibilità di far sentire la propria voce su qualsiasi tipo di questione ed analizzare ciò che li circonda. Abbiamo organizzato assemblee sul diritto allo studio, sulla scuola che vorremmo, sulla giornata contro la violenza sulle donne, sul valore dell’antifascismo e su tanti altri argomenti, spesso accompagnati da ospiti esperti degli argomenti trattati. Crediamo di svolgere un ruolo fondamentale per i ragazzi e le ragazze di questo territorio: siamo diventati un punto di riferimento per numerosi studenti; siamo però alla ricerca di un luogo, di una sede dove poterci riunire e svolgere le nostre attività, quando sarà possibile farlo in sicurezza.
Se fossimo il ministro della Pubblica Istruzione faremmo diverse modifiche alla scuola attuale.
La prima sarebbe quella di dirigervi più fondi, visto che, nel giro di due decenni, sono stati effettuati diversi tagli all’istruzione pubblica, destinando quei soldi in altri modi. Vorremmo utilizzare i fondi dateci dal Next Generation EU per finanziare di nuovo la scuola: formare i giovani e permettere loro un’istruzione di qualità significa formare i cittadini del futuro. Questi soldi verrebbero destinati alla costruzione di nuovi spazi e alla restaurazione degli edifici scolastici, alla digitalizzazione di tutte le scuole e alla modifica dei programmi scolastici. Ad esempio, destineremmo più ore alla geografia al biennio, trasformata negli ultimi anni in “geostoria”, oppure modificheremmo la materia IRC (insegnamento della religione cattolica) in ‘storia delle religioni’. Adesso la pandemia ce lo impedisce, ma sarebbe bello se negli anni a venire la scuola diventasse veramente un polo di socialità, un punto di riferimento, anche nell’orario extrascolastico, per studenti e studentesse. Il terzo provvedimento sarebbe di tipo mediatico: secondo noi é fondamentale che venga percepita da tutte e tutti l’importanza della scuola e dell’istruzione pubblica, non soltanto da chi, per ambiente familiare, é già avvezzo a questa idea. Quindi, bisognerebbe lavorare anche dal punto di vista mediatico su questo, facendo delle campagne nazionali, finanziate dallo Stato, per riportare “in voga” la cultura.
Siete forti al Vian ma negli altri istituti superiori del territorio?
Il tesseramento al nostro sindacato è annuale ed ogni anno aumentiamo il nostro numero di iscritti.La scuola dove siamo più forti è sicuramente il Vian, il liceo dove siamo nati e nel quale abbiamo raccolto numerosi tesserati e militanti. All’istituto superiore Luca Paciolo siamo sicuramente più deboli, abbiamo un numero di iscritti non molto alto, ma tra i nostri intenti c’è proprio quello di raccogliere un buon numero di studentesse e studenti attivi anche in questa scuola. Purtroppo, a causa della pandemia è stato tutto più complicato, ma sicuramente proveremo ad estenderci di più nel territorio, per garantire spazi di democrazia e confronto sempre più ampi.
La dad toglie o dà?
La didattica a distanza è stata una soluzione di emergenza nel periodo più buio della pandemia: ha dunque, nonostante numerosi limiti, garantito una continuità scolastica a molti studenti. Però, nel caso in cui ci siano le possibilità per una didattica in presenza e in sicurezza, la dad toglie molto a noi ragazzi. Come già abbiamo detto, la Dad ha impedito durante il lungo periodo di lockdown l’interruzione delle attività scolastiche, e per questo le dobbiamo molto, ma non dobbiamo però scordarci di tutti quei ragazzi che non hanno avuto i mezzi necessari per seguire le lezioni in DaD. Pensiamo a tutti quelli che, a causa delle proprie condizioni economiche, non hanno un computer, un tablet o una connessione internet sufficientemente potente per potersi connettere a lezione, o a quegli studenti che sono costretti, in una piccola abitazione, a condividere una stanza con più familiari: pensiamo a tutti coloro che vivevano la scuola come un momento di sfogo a causa di una situazione familiare complicata. Il governo ha avuto numeroso tempo per organizzarsi e garantire un rientro tra i banchi in sicurezza il 14 settembre e il 7 gennaio, ma così non è stato fatto. Come sindacato studentesco pretendevano investimenti seri, un ampliamento dei trasporti, un potenziamento delle connessioni, un tracciamento rapido e sicuro: ma gran parte di questo cose non sono state fatte. Per concludere possiamo dire che la Dad ha in parte dato, ma ha sicuramente tolto molto.