LA BRILLANTE CARRIERA TRA SET E PALCOSCENICO DELL’ ATTRICE DI TEATRO E FICTION.
di MARA FUX
Studiava filosofia ma è diventata attrice di teatro e fiction, la simpatica Danila Stalteri racconta con un’intervista a L’Ortica, il fascino del suo mestiere.
Quando nasce il desiderio di fare l’attrice?
Strano a dirsi ma il desiderio nasce dopo averla già fatta, nel senso che tutto è avvenuto per mera casualità mentre ero ancora al liceo classico; ho superato un provino che Vincenzo Badolitani stava facendo all’interno delle scuole alla ricerca di una giovane interprete per “Tornare indietro”. All’epoca più che una via per il successo, l’ho trovata una meravigliosa opportunità per saltare qualche giorno di scuola ma, una volta sul set, mi son resa conto che stare davanti la cinepresa mi piaceva, facevo quello che mi dicevano con molta tranquillità senza nessuna ansia. A quel punto finito il liceo mi sono iscritta all’Università ma anche ad una scuola di teatro ed ho portato avanti ambedue fino a che non ho superato il provino per il musical Emozioni che vantava in cartellone nomi come Ambra Angiolini, Sabrina Salerno, Vladimir Luxuria. Per cui tornando alla domanda iniziale rispondo che il desiderio di fare l’attrice nasce in me quando già mi piaceva farlo.
Per curiosità: ti sei laureata?
Certamente, in Lettere e Filosofia e con un bel 110 e lode; quindi, come dire: il me lo sono preso!
Quando c’è stato il giro di boa?
È stato con “Il divo Garry”. Due anni di tournèe con La Contrada – Teatro Stabile di Trieste, un’esperienza bellissima.
Oltre a farlo, però, il teatro tu lo hai anche prodotto. O sbaglio?
Mio Pigmalione in questo è stata Cinzia TH Torrini al tempo di Terra Ribelle perché, sentendomi raccontare nei momenti di pausa piccoli aneddoti della mia vita che divertivano un po’ tutta la troupe, non faceva altro che dirmi . Le ho dato retta e così è nato “Manco fossi Laura Chiatti” il mio primo monologo. Dopodiché son seguiti “Odio i monologhi però li faccio” e poi, alzando l’asticella delle produzioni “L’ammazzo col gas” assieme a Gianni Ferreri, “Ti va di sposarmi?” con Leonardo Bocci e Roberta Garzia e la commedia “Guida pratica per coppie alla deriva” che ho in scena al Teatro 7 fino a metà marzo, assieme a Fabio Ferrari.
Passiamo alle fiction: fare fiction porta popolarità?
Sicuramente aiuta. L’attore che fa fiction è più accreditato di uno che fa solo teatro.
Quale, tra le tante che hai fatto, ti è rimasta più dentro?
Come esperienza Terra Ribelle: otto mesi in Argentina con una troupe fantastica, sempre in armonia, felici di quello che facevamo. Come personaggio invece a “Un’altra vita” in cui con Ciro Esposito ero proprietaria di un piccolo minimarket. Mi piaceva molto.