Raccontare storie per raccontare vite.
Damiano Impicciché è un regista, produttore, film editor, film maker, colorist, musicista. Un professionista sensibile e comunicativo, ma soprattutto è un uomo che crede nella bellezza della vita e nella sua preservazione.
Marrobbio è l’ultimo dei suoi lavori, nonché opera finalista del ITFF che si svolgerà dal 4 al 8 ottobre a Civitavecchia. Marrobbio verrà proiettato domenica 8 ottobre alle 18.00 presso il Teatro della Fondazione Cariciv in Piazza Verdi.
Ciao Damiano, grazie per aver accettato di essere intervistato da noi de L’Ortica del Venerdì. Marrobbio, la tua ultima fatica, è un cortometraggio che racconta l’immigrazione attraverso il punto di vista di Mario, un bambino di Marsala. Com’è nata l’ispirazione per il soggetto?
Grazie per il benvenuto Sara, saluto la vostra redazione e tutti i vostri lettori. L’ispirazione di Marrobbio nasce dall’esigenza di voler dare delle risposte ai più piccoli in merito al dramma dell’immigrazione. Marrobbio è stato la mia prima scrittura e la mia prima direzione, sono una persona semplice e diretta ed ho voluto affrontare questo argomento attraverso la prospettiva di un bambino perché nella sua semplicità riesce ad affrontare e a esprimere concetti di inclusione ed accoglienza al di là di colori politici. Ho tratto spunto dal fenomeno climatico “Marrobbio”, ovvero il repentino cambiamento delle correnti marine che si verifica nella parte occidentale della Sicilia e che provoca anche una mutazione del colore dell’acqua, che nel cortometraggio simboleggia le numerose vittime in mare. Il progetto, che vede la partecipazione anche dell’attrice Lucia Sardo e le cui musiche originali sono del musicista Gino De Vita, è attualmente in distribuzione nei festival cinematografici nazionali ed internazionali con Galè Distribution – Le Chat Noir Production.
Hai messo in campo delle strategie comunicative inedite, frutto di un lungo studio e/o di una spiccata profondità artistica?
La sceneggiatura di Marrobbio è nata nell’estate del 2022 durante un viaggio in Sicilia, mi trovavo nella Cattedrale di Noto (SC) e rimasi molto colpito da un’opera d’arte esposta all’interno che è stata costruita da pezzi di legno di una barca di immigrati affondata. Sinceramente non ho pensato a strategie comunicative o altro, in quell’occasione ho avuto il bisogno di dare sfogo a quell’emozione che mi aveva letteralmente investito.
Cos’è il cinema per Damiano e come si declina nella scelta del tema da realizzare?
Per me il cinema è un’espressione umana unica nel suo genere, poiché riesce a stabilire un contatto diretto con lo spettatore e, allo stesso tempo, a trasportarlo in un mondo diverso. Ho iniziato ad amare il cinema attraverso i film di Massimo Troisi, trovo la sua comicità geniale, spontanea, drammatica ed esilarante, mi piacciono i linguaggi semplici e diretti senza troppi virtuosismi. Amo anche i film di Giuseppe Tornatore, Alberto Sordi, Paolo Virzì, Paolo Sorrentino e Quentin Tarantino. La scelta sul tema è basata principalmente sul bisogno di comunicare le emozioni che vivo nella vita quotidiana.
Uno sguardo sui personaggi di Marrobbio: Mario (Matteo Rallo), nonna Isabella (Lucia Sardo) mamma Caterina (Chiara Sarcona) e Zio Pino (Giuseppe Caltagirone).
Mario mi ricorda il piccolo Damiano di tanti anni fa, un bambino sensibile e fuori dagli schemi. L’età di Mario corrisponde alla via di mezzo tra l’essere bambini e adolescenti, ovvero il momento in cui il mondo della scoperta e della purezza permettono di osservare la dimensione degli emarginati con maggiore empatia. La figura di Nonna Isabella racchiude saggezza ed esperienza, colei che lo aiuterà insieme alla mamma Caterina a trovare delle risposte che lo indurranno a trovare una sua personale soluzione. Lo Zio Pino è la scelta di mostrare la figura del falegname che riporta ad una dimensione antica e di valore creativo in cui l’espediente artigianale dà maggiore valore alla cura del manufatto realizzato. C’è anche la figura di Willy (il cagnolino) intesa come simbolo di fedeltà dell’uomo, attraverso la sua purezza ed affidabilità aggiunge all’etica di una famiglia per bene la salvezza di un mondo migliore in cui la spontaneità e la cura verso il prossimo diventano protagoniste del messaggio.
L’idea alla base del cortometraggio è che la vita vada difesa e salvata a prescindere. Dalla pubblicazione di Marrobbio hai ricevuto critiche da chi ha posizioni ideologiche diverse o attraverso la sua forza comunicativa ha accolto un consenso collettivo riportando tutti sugli stessi valori di base?
Fin dai primi momenti ho creduto che questa storia potesse lasciare uno spunto di riflessione a chiunque, ma non mi aspettavo questi risultati e tutto questo affetto. Credo che la storia di Mario riesca a smuovere la coscienza di coloro che la guardano, aldilà di pensieri e schieramenti ideologici. Sono molto felice per i numerosi riconoscimenti che sono arrivati e sono grato a tutta la squadra dei tecnici che hanno reso possibile tutto questo.
Marrobbio ha ottenuto molti riconoscimenti e premi in tutta Italia, puoi fare un rapido elenco e dirci come li hai accolti? Ti aspettavi un tale successo?
Quando si crea un progetto del genere non ci si aspetta nulla ma di sicuro si spera che venga apprezzato dal pubblico. Marrobbio ha ricevuto già dei riconoscimenti molto importanti come “Miglior Soggetto” al Mostra del Cinema di Taranto, il “Med-Limes ai confini del Mediterraneo”, premio “Un mondo multietnico” nell’ambito del festival “Cinema secondo noi” a Roma, una menzione speciale al San Benedetto International Film Fest, primo premio ex-aequo al Santa Marinella Film Festival nel 2023, e selezioni ufficiali di spicco. Inoltre Marrobbio è una delle opere finaliste del “International Tour Film Festival” di Civitavecchia, ripartiremo proprio da questa selezione domenica 8 ottobre nutrendo alte aspettative.
Ripensando a tutti i progetti realizzati dal 2011, anno di nascita della Taliari Produzioni Video, ad oggi, cosa diresti al Damiano del passato?
Nel 2011, dopo la chiusura dell’emittente televisiva in cui lavoravo, ho deciso di creare la “Taliari produzioni Video”, “Taliari” in siciliano vuol dire “guardare”. Il Damiano del passato non è molto diverso da quello di oggi, negli anni ho avuto la fortuna di poter raccontare attraverso il video tante storie di vita vissuta che hanno arricchito la mia vita privata e professionale. Gli direi di non perdere mai la speranza, la forza e l’entusiasmo che aveva da bambino e che lo hanno accompagnato durante la crescita.
Puoi svelarci qualcosa sul prossimo lavoro in cantiere?
A breve prenderà vita l’ultimo progetto cinematografico sempre con la mia regia dal titolo “Fa freddo Stamattina”. Si tratta di un cortometraggio che affronterà la tematica della precarietà sul lavoro. Una storia ispirata e dedicata a un ragazzo scomparso qualche mese fa in un incidente sul lavoro all’interno del Porto di Civitavecchia. Il progetto sarà finanziato dalla Compagnia Portuale di Civitavecchia e da alcune aziende dello stesso porto. La sceneggiatura è stata scritta dal civitavecchiese Roberto Vergati.