INTERVISTA A CLAUDIO ZILLI

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claudio zilli

UNA VITA DEDICATA ALLA MUSICA: SOGNI E TRAGUARDI DEL GIOVANE ARTISTA ROMANO.

Quattro album da solista all’attivo, tre libri di poesie pubblicati e centinaia di testi disponibili per i big della musica italiana.

Cantautore, autore, scrittore: un artista a tutto tondo. Parlaci di te.

Nasco come cantautore negli anni ‘90, poi nel tempo mi sono trovato a scrivere testi, molti dei quali richiesti anche da altri interpreti e mi sono quasi esclusivamente concentrato sulla scrittura. Ascoltavo Bob Marley, avevo 15 anni ed era così forte il desiderio di ascoltare e fare musica che, da autodidatta, ho iniziato esibendomi in strada con la chitarra. La mia prima canzone è stata “I ragazzi della via Gluck” di Celentano. Da sempre, inoltre, compongo poesie che ho voluto raccogliere in un libro dal titolo “Versi scalzi di un cantautore”, nel 2019 il secondo: “Pietre di stoffa” e nel 2022 ho scritto “In Donna Veritas” un libro di poesie interamente dedicato all’universo femminile. Un lavoro di cui vado particolarmente fiero.

La raccolta di poesie prende il titolo da una tua canzone e vuole essere un omaggio alla donna. Cosa dobbiamo aspettarci leggendolo?

Si tratta di un viaggio nato dall’esigenza di mettere in risalto l’animo femminile, che ritengo essere un dono per l’umanità tutta: la donna che la mattina si alza e affrontare la vita è poesia stessa! È quasi alla terza ristampa, sono soddisfatto del mio piccolo “capolavoro”.

Parliamo dei testi delle canzoni, quali temi affronti?

Racconto ciò che vedo: la tendenza dell’essere umano a prendere le distanze dal prossimo, la difficoltà di portare avanti un dialogo, di porgere la mano, di un contatto profondo. Gli stessi artisti sempre più spesso sono lontani dal loro pubblico.

In un mondo così competitivo, quale strategia hai adottato per emergere?

Adesso lavoro in ambito emergente, però credo in quello che faccio e quando penso che un mio testo calzi a pennello ad un artista in particolare lo invio senza troppi indugi. Certamente non è facile, la strategia è quella di non smettere di crederci. Ringrazio Padre Luis con il quale ho dato spazio alla mia passione per la musica.

claudio zilli

Sei più a tuo agio sul palco o dietro le quinte?

Dopo un periodo in cui scrivevo solo per altri, ho ripreso le esibizioni dal vivo. Per me scrivo solo in romanesco, una lingua diretta, genuina che più di ogni altra trasmette ciò che sento. “Sto bene pure solo” è il mio primo disco in romanesco uscito nel 2020 che raccoglie in chiave ironica, i sentimenti provati in un periodo pesante per tutti: dall’amore perduto, all’amicizia, alle piccole gioie quotidiane.

«Na madre te parla pe esperienza, pe lei sei sempre n’apprendista…e se hai perso qualche volta in amore lei sta attenta a non fa più quel nome pe fattelo scorda…la voce de na madre è come n’ombrello…».
La mamma: un evergreen per vari autori italiani. Hai un pubblico di riferimento?

Mi rivolgo e mi seguono a tutte le età soprattutto tra i giovanissimi. Per esempio, a San Lorenzo, cuore della gioventù romana, dove è sempre una gioia tornare, sono accolto con calore. In ottobre uscirà il singolo “Canzone pe’ na madre”, riprenderanno le presentazioni del libro, che ribadisco, parla di donne e va letto dagli uomini!