Ladispoli, cosa è cambiato: si chiede chiarezza al gestore.
In bolletta sono presenti importi relativi a consumo e prestazioni erogate negli anni che vanno dal 2013 al 2019, nonostante la normativa ARERA preveda l’addebito entro i 24 mesi. Parliamo delle bollette che Flavia Servizi ha inviato agli utenti in questi giorni relative alla fornitura dell’acqua nel comune di Ladispoli. Bollette in alcuni casi anche raddobbiate nel loro importo, ma l’anomalia riscontrata da un cittadino, e confermata da altri utenti con il passare dei giorni, riguarda la voce recupero acqua, depurazione e fognatura 2019; 2018;2017;2016;2015;2014 e 2013. Consumi più vecchi di due anni, che non è possibile più richiedere. Questo perché dal 1° gennaio 2020 la prescrizione biennale vale anche per le bollette dell’acqua. Cosa comporta tutto ciò per gli utenti? Che chi riceve una bolletta che riguarda consumi più vecchi di due anni, può contestarla.
Flavia Servizi a settembre 2021 attraverso un comunicato informava gli utenti dei cambiamenti in bolletta, riportando che nelle bollette relative al secondo trimestre del 2021 sarebbero comparse altre voci oltre ai costi dei consumi della tariffa ordinaria. “Voci rese obbligatorie dall’Autorità del settore idrico e le somme così raccolte saranno versate direttamente nella Csea, la Cassa per i servizi energetici ed ambientali”.
Le componenti sono:
• UI-1, relativa alla copertura delle agevolazioni tariffarie concesse a favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici;
• UI-2, per la promozione della qualità contrattuale dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione;
• UI-3, relativa alla copertura dei costi del bonus acqua;
• UI-4, relativa alla copertura dei costi di gestione del Fondo di garanzia per le opere idriche.
“L’addebito di tali oneri sarà di pochi euro e prevede il recupero degli importi non riscossi negli ultimi anni, con una dilazione già applicata di 3 rate di pari importo (le prossime verranno inserite all’interno delle bollette del III e del IV trimestre 2021)”, si legge nel comunicato ufficiale.
Non è una novità che l’azienda erogatrice del servizio idrico si trova a fare i conti con cittadini che non pagano le bollette, nella convinzione che l’erogazione dell’acqua non possa essere sospesa, tanto che negli anni è stato avviato un monitoraggio delle utenze ed il relativo programma di recupero degli importi non incassati. Una situazione critica, ma questa è una altra storia. “Per i furbi che non pagano, ci devono rimettere gli onesti cittadini che non hanno mai saltato una bolletta? Anche se parliamo di piccoli importi, non è una richiesta giusta.” commenta l’utente indispettito, intenzionato a non pagare un euro di più del dovuto. E conclude: “In attesa di maggiori chiarimenti da parte del gestore, che sono certo non tarderanno ad arrivare, invito i miei concittadini ad una accurata lettura dell’analitica documento”.
Le bollette dell’acqua, così come del gas e dell’energia elettrica, sono una delle spese obbligate che, insieme alla Tari, incidono per il 44% sui consumi degli italiani secondo le stime di Confcommercio. Un onere appesantito ulteriormente in caso di conguagli.
In questo caso i recuperi sono esigibili?