La Dea bianca del mare
di Ennio Tirabassi
Forse non tutti sanno. che la città di Caere aveva tre porti. Uno di questi, Pyrgi, (dal Greco Pyrgoi, “le torri”) secondo una leggenda citata anche da Strabone, fu fondata. nel 1360 a.C., dai Pelasgi, mitico popolo migrante di origine Greca. Proprio a Pyrgi fu rinvenuta la splendida testa fittile di Leucotéa, divinità protettrice dei porti e dei naviganti. Ino, sorella si Semele, fu perseguitata da Hera, moglie gelosissima dell’infedele Zeus, perché aveva allevato suo nipote Dioniso, frutto dell’amore tra lo stesso Zeus e Semele.
La persecuzione di Hera fu così terribile da indurre Ino a suicidarsi gettandosi in mare: Zeus per riparare quanto accaduto trasformò Ino in Leucotéa, divinità marina. Fu la stessa Leucotéa a salvare Ulisse dall’ira di Posidone, padre di Polifemo, il ciclope accecato da Ulisse. L’eroe Greco sarebbe certamente annegato in seguito alla tempesta scatenata dal re del mare se la ninfa Leucotéa non fosse intervenuta per salvarlo, avvolgendolo nel proprio velo che gli permise di rimanere a galla per diciassette giorni riuscendo così a raggiungere l’isola di Feaci.
Lì incontrò Nausicaa che lo guidò alla reggia del padre Alcinòo, il quale accolse l’eroe Greco con grandi onori. Il re poi offrì ad Ulisse una nave fatata con la quale riuscì a ritornare all’isola natia. Visitando il Museo di Villa Giulia (Roma), nella sala di Venere, oltre a Ino-Leucotéa è possibile ammirare gli altri materiali provenienti da Pyrgi, tra cui le limine d’oro, le antefisse che ornavano i templi e il frontone che rappresenta la saga dei sette contro Tebe. In basso Tideo cadente morde la nuca di Melanippo, anch’esso caduto, mentre in alto Zeus che assume una posizione centrale nel quadro fittile (di terracotta) si lancia contro Capaneo, armato, sostituendosi forse al guerriero retrostante; a sinistra Athena, alata ed armata, recante nella mano destra l’ampolla che contiene il balsamo per rendere immortale Tideo si ritrae disgustata per il gesto cannibalesco del suo protetto. Alle pareti di questa ci sono infine delle tende che la fanno assomigliare ad un gazebo che si apre sul mare, lasciando apparire l’immagine di Leucotéa.
(Odissea, V)
Ino chiamata al tempo che vivea tra i mortali, or nel mar gode divini onori, e Leucotéa si noma.