Inizio oggi il mio sciopero della fame per gli alberi a Cerveteri

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Basta abbattimenti di alberi a Cerveteri!

E mentre al telefono ci chiedono informazioni in merito alla presenza di operai del verde alla Banditaccia, si tratta di “manutenzione o abbattimenti?”, per email arriva il messaggio di Marco Piracci che inizia oggi lo sciopero della fame per gli alberi di Cerveteri.

«Con rammarico e tristezza ho seguito il continuo abbattimento di alberi che da qualche mese a questa parte procede incessantemente. Sono tante le associazioni, le forze politiche locali, i gruppi spontanei, come Cittadini per l’ambiente di cui faccio parte, che hanno chiesto all’amministrazione comunale di ripensarci, di intraprendere altre scelte, di guardare con altri occhi il bel territorio nel quale viviamo.

L’assessora per la Tutela del territorio Elena Gubetti, il sindaco Alessio Pascucci ci hanno più volte risposto che la scelta è stata tecnica e non si è verificata alcuna violazione di norme. Rispetto a questo aspetto, quello che vorrei si comprendesse è che la scelta di lasciare in vita degli alberi è prima di tutto politica e non giuridica. L’esistenza della possibilità di effettuare una scelta, poiché permessa da norme, non fa che sviare il dibattito, mascherare sotto un velo precise scelte, chiari indirizzi. 

Con una nota metafora, già nell’Ottocento Max Stirner si era chiesto se “il tribunale di un sultano potrà forse pronunciare un diritto diverso di quello che le leggi del sultano prescrivono?” La legge, secondo il filosofo tedesco, rispecchia il principio di forza, riflette privilegi, la potenza e soprattutto la prepotenza dei più forti. È forse giusta la brutale vivisezione sui macachi che avviene nei laboratori di Parma? Una legge lo permette. È giusta l’inesorabile avanzata della cementificazione che fa perdere in Italia ogni secondo due metri quadrati di suolo? Una legge lo permette. È giusto svolgere concerti con migliaia di persone a ridosso delle oasi naturali? Una legge lo permette. Tutto questo per dire che al di là del rispetto della normativa nel caso degli abbattimenti c’è stata una scelta di procedere in tal senso. Come evidenziato nelle osservazioni a voi avanzate dal WWF invece di “considerare gli alberi beni con una scadenza impressa sulla propria corteccia, un bene ritenuto a fine ciclo produttivo” perché non svolgere un’accurata manutenzione e permettergli di vivere per molti altri anni? Ma pensate veramente che i nuovi alberelli potranno sostituire i maestosi alberi abbattuti come un cellulare nuovo sostituisce il vecchio?

Inizio oggi il mio sciopero della fame per gli alberi, convinto che sempre più persone decideranno di non voltarsi dall’altra parte, di non rimanere a guardare. La natura del nostro territorio, mai come ora, ha bisogno di noi»

Marco Piracci