INDIANA JONES E LA MACCHINA DI ANTICITERA

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A oltre 40 anni di distanza dal primo capitolo, “I predatori dell’arca perduta”, torna l’archeologo più amato del cinema con il quinto capitolo della saga. Il protagonista è sempre Harrison Ford, alla soglia degli 81 anni, ringiovanito digitalmente.

di Barbara Civinini

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Indiana, l’archeologo più amato del cinema, ha raccolto il mitico cappello, volato via alla fine del quarto e meno fortunato episodio della serie, per lanciarsi nella sua ultima avventura contro gli odiati nemici di sempre, i nazisti.

E’ arrivato, infatti, in questi giorni al cinema, dopo oltre 40 anni dal primo film, il quinto capitolo della saga di “Indiana Jones”, sempre interpretato da un magnifico Harrison Ford, ormai alla soglia degli 81 anni. Del resto era un po’ una promessa. L’eroe inossidabile di tante avventure, da “Blade Runner” a “Star Wars”, aveva dichiarato a “Time”: “Sono Indiana Jones. Quando me ne vado, lui se ne va”.

Siamo nel 1969. Mentre gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica si sfidano nella corsa allo spazio, il professor Jones è contrariato perché la NASA ha deciso di avvalersi di uno scienziato ex nazista, Jürgen Voller (Mads Mikkelsen). La sua vecchia conoscenza, oltre che far arrivare per primi sulla Luna gli astronauti americani, ha un progetto personale segreto: intende impossessarsi della prodigiosa macchina di Anticitera per viaggiare nel tempo e cambiare la storia.

indiana jones
Locandina orizzontale del film

Nella realtà si tratta del più antico calcolatore meccanico, datato, secondo studi recenti, al 178 a. C. Fu rinvenuto ai primi del 900 a largo della piccola isola greca da cui ha preso il nome e oggi è conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Atene. Ma torniamo alla nostra storia. Una parte del misterioso congegno riposa dimentica proprio negli archivi del professore dal 1944, quando la sottrasse agli uomini del führer. A rigettare Indiana nel gorgo dell’avventura e del tempo, sarà la nipote Helena, interpretata dalla bella Phoebe Waller-Bridge, che vorrebbe recuperare il misterioso congegno per rivenderlo all’asta. “Indiana Jones e la macchina di Anticitera” è il primo e unico film che non è stato diretto da Steven Spielberg e non è basato su una storia George Lucas.

I due maestri del fantastico però sono i produttori esecutivi. Il timone della regia, dopo vari passaggi, è arrivato a James Mangold, che ha all’attivo non solo pellicole come “Wolverine-L’immortale” ma anche il delizioso e tenerissimo “Kate & Leopold”. La pellicola questa volta è distribuita dalla Walt Disney Company che nel 2012 ha acquisito la Lucasfilm, e l’anno successivo i diritti sugli episodi futuri dalla Paramount Pictures. La colonna sonora, come sempre, è firmata da John Williams. Insomma, un good by in grande stile, che si è giocato tutte le carte del tempo, compresa un’incredibile azione de-aging. L’anziano Ford è stato riportato alla giovinezza di Junior per essere catapultato indietro nel tempo, al 1944, quando entrò in possesso di una parte del famoso quadrante, per ritornare poi all’epoca della conquista della luna.

Del resto con un budget notevole, si dice di circa 295 milioni di dollari, il risultato non poteva che essere di successo. Dunque, una grande avventura da non perdere perché, come diceva Stanley Kubrick: “Se può essere scritto, o pensato, può essere filmato”.