Inarrestabile calcio femminile

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Un futuro calcistico più rosa: da Carolina Morace all’attaccante Melania Gabbiadini.

Anche se la nascita del calcio femminile risale al primo dopoguerra è solo di recente che si  sente parlare delle donne del calcio. Oggi questa disciplina sportiva viene considerata uno sport competitivo, anziché un passatempo. Le atlete scendono sul campo alla conquista di contratti migliori e fama, vengono contattate dai sponsor che le vedono impiegate in spot pubblicitari, sono esempi di successo e muse ispiratrici. Ma la battaglia delle donne per giocare a calcio, iniziata con le signore del Kerr, prosegue tuttora perché il calcio femminile in Italia non è ancora uno sport professionistico. 

Dalle sottane ai mondiali femminili 2019

In Italia nacque nel 1930 quando a Milano venne fondato il Gruppo Femminile Calcistico formato da un gruppo di donne che scendevano in campo con la sottana, nel 1946 a Trieste nacquero la Triestina e le ragazze di San Giusto. Ma l’anno zero risale al 1968 quando nacque la Ficf ossia la Federazione italiana calcio femminile. Con la nascita di questa federazione, si dà il via anche al primo campionato a dieci squadre suddiviso in due gironi con criteri di vicinanza geografica. Nel 1970 a Roma molte società abbandonarono la Ficf e diedero vita alla Federazione italiana femminile giuoco calcio (Fifgc) con presidente Giovanni Trabucco. Con questa neofederazione si cominciò a discutere di un campionato di Serie A a 14 squadre e di una Serie B a 24 squadre, seguirono altre rivoluzioni organizzative e nel 1986 il calcio femminile entrò a far parte della Figc.

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L’ascesa. La scena calcistica femminile per anni è stata dominata dalla squadra del Sassari Torres, capace di vincere 6 scudetti tra gli anni 2000 e 2010. La grande rivale della Torres è stata la squadra Verona calcio femminile, conosciuta anche con il nome di Bardolino Verona. Questa compagine molto compatta è riuscita ad aggiudicarsi diversi scudetti negli anni 2000. É venuta alla ribalta anche la squadra Brescia calcio femminile, vincitrice dello scudetto nella stagione 2013-2014. Prima della vittoria nel 2014-2015 della Fiorentina calcio femminile, dominatrice del campionato. Attualmente in Italia la Juventus calcio femminile è la squadra più forte sulla nazione. É riuscita ad accaparrarsi il campionato di serie A femminile nelle stagioni 2017-2018 e 2018-2019 e sembra destinata a vincere anche nei prossimi anni.
L’interesse generato dal calcio femminile in Italia ha raggiunto il suo picco l’estate scorsa quando la Rai ha trasmesso per la prima volta una partita di calcio femminile, in occasione dei Mondiali, rispondendo alla domanda sempre più crescente nei confronti di una realtà  dal grande potenziale seppur ancora dilettantesco. Le ottime prestazioni dell’Italia nel torneo sono servite ad avvicinare gli amanti del gioco del calcio.

Difficilmente però ci potrà essere un netto salto di qualità del campionato femminile italiano senza il riconoscimento dello status professionistico. Le calciatrici italiane, dalla Serie A in giù, non hanno dei veri e propri contratti e non possono nemmeno averli, perché sono inquadrate come dilettanti. Per le dilettanti è quindi esclusa ogni forma di lavoro autonomo e subordinato, i rapporti con le società sono definiti da accordi economici minori che non superano la durata annuale.

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Quando saranno riconosciute professioniste?

Il professionismo sportivo italiano è regolato dalla legge 91/1981, che nel suo secondo articolo recita: «Ai fini dell’applicazione della presente legge, sono sportivi professionisti gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi e i preparatori che esercitano l’attività sportiva a titolo oneroso con carattere di continuità nell’ambito delle discipline regolamentate dal CONI e che conseguono la qualificazione dalle federazioni sportive nazionali, secondo le norme emanate dalle federazioni stesse, con l’osservanza delle direttive stabilite dal CONI per la distinzione dell’attività dilettantistica da quella professionistica».
Il riconoscimento del professionismo viene rimandato alle singole federazioni. Il calcio femminile è passato dalla gestione della Lega Nazionale Dilettanti alla Federazione Italiana Giuoco Calcio, cosa che favorirebbe l’ingresso nel professionismo. Ingresso che auspichiamo arrivi prima della fuga di talenti. Lo scorso 25 giugno il consiglio della Federcalcio ha approvato il progetto di introduzione al professionismo delle calciatrici, inizialmente proposto dal Presidente della FIGC, Gabriele Gravina.

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A livello mondiale invece quando si parla di calcio femminile, i leader sono gli Stati Uniti d’America dove esiste una vera e propria cultura di calcio femminile. Nei diversi college americani le ragazze che si distinguono nel calcio ricevono una borsa di studio per continuare gli studi mentre giocano. Il desiderio di alcune ragazze italiane è ottenere tale borsa di studio e attraverso College Life Italia lavorano sodo per raggiungere il traguardo. Tra queste, anche alcune giocatrici di Ladispoli Woman, la squadra femminile della città, che seguite dal responsabile del progetto Vincenzo Persi, oltre a rende fiera la cittadina con ottimi risultati nel Campionato Eccellenza, puntano a giocare oltreoceano. Un futuro da studenti-atlete è l’obiettivo di cinque di loro, a cui va un italiano “in bocca al lupo”.