Il web

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Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

Nel periodo del lockdown si è intensificato, per forza di cose, l’uso del web. I ragazzi, come tutti noi, sono stati costretti a rimanere a casa per molto tempo e il loro unico mezzo per comunicare con gli amici era il web, nelle sue piattaforme e nelle sue modalità: giochi online, social, ecc. L’adolescenza è la fase della vita in cui il ragazzo inizia a confrontarsi col mondo esterno, ad identificarsi con i pari e a combattere l’autorità genitoriale. Ricordo che l’identificazione con i pari e il combattere l’autorità genitoriale, sono fondamentali per una crescita equilibrata dell’adolescente. Ovviamente, gli adolescenti hanno poca esperienza di vita per cui possono essere fragili, possono entusiasmarsi facilmente e per questo possono diventare facile preda di malintenzionati. Il web oltre ad essere un’ottima risorsa, può essere un facile strumento per chi ha finalità di adescamento. La polizia, ha evidenziato che il vero adescatore è un giovane adulto (può avere anche 18-20 anni) oppure va nella fascia d’età tra i 35 e i 45 anni: ha solitamente buona confidenza con i mezzi informatici. I social più gettonati sono: Tik Tok, Instagram, Telegram, ecc. e non sempre gli adescatori falsificano i loro profili. La polizia, inoltre, ha evidenziato un vero e proprio schema composto da 5 fasi attraverso cui i giovanissimi vengono aggirati ed agganciati. La prima fase è l’individuazione e il contatto con la futura vittima attraverso una iniziale conoscenza ed un approccio graduale. Nella seconda fase l’adescatore inizia ad approfondire l’amicizia e consolidare la fiducia parlando dei problemi che sono tipici degli adolescenti (scuola, conflitti con i genitori, delusioni amorose, ecc.); questa è una fase molto delicata perché l’adescatore ovviamente fa sentire capito l’adolescente e parla come lui. La necessità che ha l’adolescente di essere capito e di sentire che qualcuno come lui ha le stesse problematiche, al di là della solita cerchia di amicizie, lo rende fragile e con una falsa idea di protezione perché l’altro è al di là di un terminale; gli sembra lontano ed inoffensivo. Inoltre parla come lui. Ecco arrivata la terza fase: è ancora una fase esplorativa perché l’adescatore valuta il grado di controllo parentale: chiede al ragazzo quando e quanto i suoi genitori sono presenti nella sua vita, se gli controllano il cellulare o il pc. Il linguaggio è, ovviamente, sempre in linea con quello adolescenziale e pieno di esperienze simili. Ora l’adescatore è entrato nella vita dell’adolescente; è qui che si passa alla quarta fase: diventa sempre più simpatico ed è sempre piacevole stare con lui; l’appuntamento per l’adolescente diventa atteso e cerca di fare in modo di essere sempre presente. È qui che si costruisce e si consolida l’esclusività della relazione: l’adescatore dà appuntamento, ricerca l’adolescente, si risente se l’appuntamento salta e lo incita ad andare sempre più contro i genitori e ai loro controlli. Si instaura un forte legame e una grande intimità virtuale oltre la quale si passa alla quinta fase: l’invio di materiale pornografico, la richiesta di invio di foto intime dell’adolescente e la loro diffusione oppure l’incontro vero e proprio. Questo può succedere a tutti, adulti compresi e può succedere anche nelle conoscenze vere. È importante, da genitori, non impedire l’uso del web ma osservare attentamente i comportamenti dell’adolescente e trasferire a loro una senso critico che li induca ad assumere comportamenti protettivi.

Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

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Roma – via dei Camillis, 8 (metro Cornelia)

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