La sindrome di Renfield o vampirismo clinico è stata evidenziata nel 1992 dallo psichiatra Richard Noll e caratterizza persone che hanno la credenza delirante di trarre energia vitale bevendo il sangue (il proprio, quello animale, quello di altre persone). Ovviamente, essendo una credenza delirante, il vampirismo clinico rientra nella classe delle psicosi. Al di fuori della clinica psichiatrica, si è evidenziato che alcune persone possono essere definite “vampiri psicologici” poiché succhiano l’autostima e le energie delle altre persone. Il vampiro psicologico è una persona estremamente manipolativa e il suo obiettivo è quello di sottomettere la vittima alla propria volontà, isolandola anche dai propri affetti. Il vampiro psicologico ha alle sue spalle esperienze di abbandoni vissuti come devastanti e si serve della relazione con gli altri per avere sempre conferme, continue rassicurazioni ed accudimento che, però, non basteranno mai. La vittima per eccellenza è quella persona che, tendenzialmente, ha una disponibilità di ascolto e di accudimento verso l’altro; sono prevalentemente femmine ma ultimamente possono essere anche maschi e anche con una buona struttura di personalità. Il vampiro psicologico si presenta come una persona affascinante, un grande amico, una persona molto cordiale e disponibile; tende a dire di avere le stesse identiche idee della “vittima”, pur avendo convinzioni completamente diverse tanto che, spesso, emergono battute e critiche molto offensive e squalificanti verso comportamenti in generale e verso la vittima designata. Queste considerazioni sono sempre indirette. La vita raccontata dal vampiro è piena solo di ricordi negativi. Il vampiro, tutt’ora, è la vittima di tutti e di tutto: amici, parenti, datori di lavoro, eventi della vita. Continua, però, a fare lo stesso lavoro, ad avere gli stessi amici, ad avere le stesse e consuete relazioni famigliari. Se qualcuno racconta di sé, lui svaluterà tali racconti perché nessuno ha mai subito e sofferto come lui. Il vampiro si insinua nella vita della vittima fino a diventarne il fulcro: tutto deve ruotare intorno a lui e se c’è qualcosa che si allontana da lui, lui reagisce con il ricatto emotivo e facendo leva su forti sensi di colpa. Quali sono i segnali che fanno ipotizzare di avere una relazione con un vampiro psicologico? 1- la continua richiesta di rassicurazione e di attenzione; 2- la richiesta di una relazione esclusiva; 3- una vita senza ricordi di esperienze positive: impossibile! Come si sente la vittima? 1- la vittima prova una senso di assoluta valutazione ma in contemporanea una sensazione di vuoto; 2- sente di non aiutare mai abbastanza, di non essere disponibile mai abbastanza, di non dare consigli mai abbastanza giusti o adeguati: manca sempre qualcosa. 3- ogni volta che la vittima parla con il vampiro ne esce stremata e con confusione mentale oltre ad avere capogiri, disturbi del sonno e dell’umore, tensione muscolare e mal di testa frequenti. 4- Piano piano l’autostima si affievolisce talmente tanto fino a pensare di non essere capace di vivere senza quella persona. Quando la persona riesce a capire di essere vittima di una vampiro psicologico è assolutamente necessario rompere qualsiasi contatto. Qualsiasi ragionamento o discorso sarà vano e si concluderà con i consueti discorsi e comportamenti vittimistici, ricatti morali e sensi di colpa. La vittima ne esce sempre distrutta.