Semplifichiamo la nostra esistenza, non ricerchiamo il tanto, diamo valore a ciò che già abbiamo.
ANTONIO CALICCHIO
Nel periodo estivo che stiamo vivendo, siamo entrati in agosto, anima dell’estate, di un’estate 2023 comunque torrida, caratterizzata dalle ferite inferte da eventi prodotti da incendi e nubifragi. Le informazioni dell’Onu e quelle di Copernicus (sistema di osservazione dell’U.E.) evidenziano che – anno dopo anno – si susseguono picchi di caldo, prosegue il cambiamento climatico e continuano inquinamenti globali. Ciononostante, non si affrontano, con la dovuta collaborazione, razionalità ed urgenza, gli effetti del modello di crescita economica a discapito della natura e dei soggetti più deboli. Sia cittadini, che imprese hanno dato avvio ad un mutamento dello “stile di vita”, come indica la Laudato si’, riscoprendo il significato dello stare al mondo e del benessere, o dell’ “esser-bene”, rivalutando la bellezza del creato e l’importanza dell’altro. Si tratta delle conseguenze del concetto di libertà e di quello di limite, ovverosia della complementarità, definita “fratellanza” che può essere vissuta francescanamente con ogni essere vivente. Tuttavia, la strada è ancora lunga da percorrere, come si evince dalla spietata guerra tra Russia ed Ucraina, dall’annosa crisi socio-economica e dagli effetti della pandemia da cui stiamo tentando di affrancarci. Questo complesso cambiamento epocale continua a rammentarci l’importanza non solo del nostro bene, insieme a quello di tutti, ma anche della nostra fragilità, come paradigma su cui misurare l’umanità della convivenza sociale.
Per coltivare queste, ed altre, radicali consapevolezze, per alimentare pensieri buoni e seri sulla realtà, per agire come persone e come comunità bisogna fermarsi a riflettere, con umiltà e pacificante tenacia, sulla fedeltà all’umano, oltre che alle relazioni fondamentali tra gli uomini e tra costoro ed il creato, con “spirito del Samaritano”. E l’estate, col suo tempo di vacanza o riposo, può garantire ed agevolare una limpida riflessione, di tutte le persone di buona volontà, sugli altri e sul mondo.
Riposo che anche Dio si concesse il settimo giorno, ossia il sabato, dopo aver condotto a termine la creazione. Un segmento di tempo indispensabile per recuperare quelle energie disperse nelle fatiche durante l’anno. Il riposo, quindi, rappresenta parte integrante dell’essere umano che può ordinare il giusto andamento delle attività materiali e mentali di ciascuno.
Del resto, in questa prospettiva, se il riposo viene considerato come adempimento cruciale nell’ambito del ciclo annuale, esso va contemplato, altresì, durante il singolo giorno e la settimana. In mancanza del giusto riposo, l’uomo non potrebbe vivere in quanto scivolerebbe in un esaurimento di forze fisiche e psicologiche che lo porterebbe alla morte. Occorre, dunque, riscoprire quotidianamente l’esigenza di fermarsi che conduce a vivere nella essenzialità.
Alla luce di tali considerazioni, giova chiedersi: quale e quanto tempo si dedica al proprio riposo? Il proprio riposo è veramente ristoratore per il proprio corpo e il proprio spirito? Dopo aver riposato, ci si sente meglio o più stanchi di prima? Si tratta di interrogativi utili a comprendere il senso ed il valore di questo momento rigenerante giacché molti purtroppo lo vivono in maniera poco corretta. Non di rado, si odono persone, tornate al lavoro, dopo le ferie estive, affermare di essere assai più stressate di quanto lo fossero prima di partire per le vacanze!
Pertanto, semplifichiamo la nostra esistenza, non ricerchiamo il molto o peggio il troppo, valorizziamo ciò che possediamo già, per evitare di divenire frustrati, complessati ed infelici.
Agosto costituisce, quasi per tutti, poco o tanto tempo di vacanza: auguriamoci e facciamo in modo che sia pure campo di riflessiva pienezza.