IL RITORNO DEL MORBILLO

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ritorno del morbillo
immagine del piedino di un bimbo con il morbillo

 11 casi di morbillo negli ultimi due mesi. 

MIASTENIA GRAVIS
rubrica-Aldo-Ercoli

Era da diversi decenni che qui da noi non si vedeva un caso di morbillo. Ora invece si stanno registrando diversi soggetti adulti (tra i 20 e i 57 anni) che si ammalano di questa malattia infettiva molto contagiosa tanto che il “Seresmi” (Servizio di sorveglianza) regionale sta inviando a tutti i medici una circolare per tenere sotto controllo la situazione epidemiologica e di registrare i contatti al fine di segnalare.
Negli ultimi due mesi il “Seresmi” ha registrato 11 casi di morbillo in persone non vaccinate, di età compresa fra i 19 ed i 57 anni. In 6 di questi l’origine della malattia era verosimilmente da paesi europei in cui è stato segnalato un aumento dei casi dell’infezione, (soprattutto Romania e Bulgaria), oppure con esposizione in altre regioni italiane; nei restanti cinque si sospetta una circolazione comunitaria all’interno dei confini nazionali.

Per questo motivo la Regione Lazio sta chiedendo alle ASL di garantire una rapida vaccinazione dei contatti (entro tre giorni dal contatto con il malato) dei casi di morbillo.

Perché, dobbiamo domandarci, torna ad affacciarsi questa malattia nei giovani adulti?
Dalla metà degli anni 90, quale medico massimalista di base (2200 pazienti allora) confesso di aver visto pochi casi di morbillo, mentre nella seconda metà degli anni 70 (mi sono laureato nel 1974 e da subito ho iniziato la professione medica), specie negli anni 80 e, appunto, prima metà anni 90, ne ho diagnosticati e curati molte centinaia.

Questo perché si era introdotto la vaccinazione con virus vivi attenuata del morbillo all’interno del vaccino trivalente per morbillo – parotite (“orecchioni”) – rosolia (MPR). Il bambino – bambina veniva vaccinato a 12 – 15 mesi dalla nascita e poi ripetuto a 4-5 anni oppure, secondo l’American Academy of Petiatrics, a 12 anni.

Se attualmente si registrano questi casi di morbillo nel Lazio è perché verosimilmente la vaccinazione (che dà immunità a vita) dagli anni 60 fino ai 90 non era stata eseguita e pertanto i soggetti nati in queste fasce di età sono scoperti di anticorpi e potenzialmente a rischio di contrare l’infezione.

Ovviamente vanno esclusi tutti coloro che hanno contratto, in quegli anni, e sono guariti. La malattia infettiva in questione avendo pertanto incorporati gli anticorpi specifici antimorbillo (vaccinazione naturale). E sono tanti! Che cos’è il morbillo? E’ una malattia acuta molto contagiosa che presenta un peculiare quadro clinico (febbre, enantema e arrossamento cutaneo patognomonico, specifico).

E’ dovuto ad un virus appartenente alla famiglia Paramixovirus, la stessa che provoca le forme parainfluenzali, la parotite (“orecchioni”), la malattia di Newcastle (congiuntivite benigna dovuta all’inoculazione occidentale di un virus aviario).

E’ un virus, ad RNA appartenente al più ampio gruppo dei Mixovirus che comprende gli ortamixovirus (virus dell’influenza A,B e C); i metamixovirus (virus sinciziale respiratorio che colpisce soprattutto i neonati) e appunto i paramixovirus.

Qual è il quadro clinico del morbillo?
Entriamo nei dettagli. Questa virosi esantematica acuta pur essendo altamente contagiosa e diffusiva ha un andamento generalmente benigno (esclusi pazienti immuocompetenti o affetti da HIV). E’ caratterizzata da delle maculo – papule che si presentano in senso cranio – caudale: il primo giorno il viso, il secondo il tronco e gli arti superiori, il terzo l’addome e gli arti inferiori.

Molto diverso dal quadro clinico della rosolia in cui c’è sempre febbre ma l’esantema maculo – papuloso è più lieve, più rosato si presenta il primo giorno in tutto il corpo ed è caratterizzato da una poliadenopatia (aumento dei linfonodi specie a livello retronucale). E’ dovuto ad un togavirus, sempre a RNA, a decorso benigno ad eccezione delle donne nel primo trimestre di gravidanza in cui può comportare aborti o malformazioni fetali.

Come si viene contagiati dal morbillo?
Si diffonde soprattutto attraverso le goccioline provenienti dal naso, gola e bocca da parte di soggetti che si trovano nello stato di invasione (prodromico) della malattia: febbre continua oppure sub continua ; remittente; congiuntivite (intolleranza alla luce, bruciore, arrossamento congiuntivale, lacrimazione); rinite, faringite, laringite (tosse).

La malattia ha un periodo di incubazione di 9 – 12 giorni. Una volta guarita, lascia un’ immunità permanente. Nel periodo prodromico, in un sospetto caso di morbillo, cercavo nella bocca del paziente le “macchie di Koplike” (un esantema biancastro a contorni rosati a livello della mucosa delle guancie e delle gengive).

Poi al primo giorno dell’esantema mi accertavo che non vi fossero adenopatie cervicali – retronucali per escludere la rosolia e osservavo l’evoluzione del rash cutaneo. Come li ho curati? A parte casi con sovrainfezione batterica non ho mai utilizzato farmaci chimici ma solo rimedi omeopatici o naturali (specie Belladonna, Mercurius solubilis, gtt di Euphrasia nelle congiuntiviti).

Sono tanti i miei pazienti che incontro e mi ricordano che curavo con l’omeopatia i loro piccoli. Del resto sin dai primi anni 90 ero docente in Medicina Naturale ed ho insegnato a migliaia di medici e farmacisti per 30 anni a Roma ma anche in tante città italiane.