IL PUNTO SULLA DENGUE E RIFLESSIONI SULLE VIROSI

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Ha un periodo di incubazione da 2 a 7 giorni. Poi un esordio brusco con dolori muscolari ed articolari, congiuntivite e rinite, aumento generalizzato dei linfonodi sottocutanei, febbre alta che varia dal 38° C ai 40° C con remissione verso il quarto giorno.

Il paziente, pur febbrile, se si mette in piedi cammina male per i dolori. Talvolta all’inizio dell’attacco si può manifestare un’eruzione pruriginosa simile al morbillo. Verso il 7° giorno di norma si ha la guarigione spontanea ma il primo attacco è spesso seguito da una ricaduta. E’ questo il quadro clinico della Dengue, termine che deriva dallo spagnolo che sta a significare il modo rigido ed affrettato di camminare da parte dei pazienti nei primi giorni di malattia. La patologia si riscontra nel Vietnam, Filippine, Africa equatoriale, mediterraneo Orientale (specie, zone interne dell’Egitto), Brasile (soprattutto nella regione amazzonica).

Fu il Collegio Reale di medicina di Londra, nel 1867, a chiamarla Dengue, con questo termine spagnolo, definendola una malattia infettiva endemico – epidemica. A che cosa è dovuta? Come ci si contagia? Il pericolo viene dall’aria perché il vettore è una zanzara, la Aedes aegypti,che non ama il freddo. Con la puntura inocula un arbovirus che appartiene al gruppo B (ve ne sono 4 varietà). Vi sono però degli arbovirus, specie del gruppo A,responsabili non della classica Dengue ma che, trasmessi con le stesse modalità, provocano febbri emorragiche (osservate la prima volta nel 1953 nel sud-est asiatico) che evolvono dopo qualche giorno di febbre verso il decesso del paziente a seguito di uno shock infettivo dovuto a severe turbe della coagulazione sanguigna.

Questa forma maligna di Dengue rientra nelle febbri emorragiche virali (FEV), un gruppo eterogeneo di malattie infettive da virus RNA trasmesse all’uomo da vettori (insetti, zecche) o con il contatto diretto con animali. Ad eccezione della Dengue (trasmesse da zanzare Aedus da persona a persona) tutte le alte febbri emorragiche (Ebola, Febbre di Lassa, Febbre gialla etc) sono delle zoonosi perché conseguenti ad un contatto con animali che fungono da serbatoio virale. Nelle FEV, pur essendoci una certa variabilità nella contagiosità e nella prognosi, è indubbio che il quadro emorragico sta ad indicare un danno endoteliale con patologia grave.

Fortunatamente la FEV non sono tutte eguali. La più severa è quella dovuta al virus Ebola che comporta una mortalità fino all80% dei casi. Ma anche la Dengue non scherza e sta in alcuni paesi crescendo di numero . In Brasile si sono registrati nel 2023 mezzo milione di contagi(ben 4 volte di più nello stesso periodo dell’anno precedente) e 300decessi. In Argentina, poco meno di 40.000 casi e 19 decessi. Dengue classica e Dengue con febbre emorragica: il vettore è sempre lo stesso varia l’arbovirus che trasporta, se B oppure A. L’arbovirus, o virus Arbor, ossia trasportatore di artropodi ematofagi (zanzare, zecche) nell’organismo nel quale si moltiplica. Nella Dengue solo un infettato su quattro è sintomatico (febbre, nausea e vomito, cefalea, dolori muscolari e articolari). La percentuale è ancora più ridotta (1 su 20 dei pazienti sintomatici) in coloro che (colpiti da arbovirus) rapidamente evolvono nella grave forma emorragica (in genere entro 24 – 48 giorni dall’inizio dell’ipertermia). Le zanzare Aedes trasmettono, nella maggior parte dei casi, ben quattro tipologie diverse di arbovirus B. E’ per questo motivo che è possibile ammalarsi di nuovo dopo essere stato guarito da una precedente infezione (cambia l’arbovirus B). Qual è lo stato attuale della Dengue in Italia? Premesso che il vettore, ossia la zanzara Aedes aegypti, vive soprattutto nelle zone tropicali ed è assente in Europa (ad eccezione dell’isola di Madeira e di una ristretta zona del Mar Nero) occorre fare molta attenzione all’importazione di queste zanzare provenienti specie di merci importate da pazienti a rischio, soprattutto questa volta dal Sud America, ove, come già detto il virus sta dando non poche preoccupazioni. Da noi sono stati diramati stretti controlli dal ministero della Salute (via marittima, aerea e di frontiera) che, per il momento, determinano rischi assai bassi (credo che ci siano stati una quarantina di contagiati con un solo decesso).

P.S. 1 Pur essendo chi scrive specializzato in Cardiologia e Broncopneumologia, agli inizi del nuovo secolo, quando scoppiò l’epidemia in estremo oriente da coronarovirus non pandemico, fui invitato a Firenze ad un corso di aggiornamento sulla patologia infettiva, al termine del quale fui dichiarato esperto in materia ed autorizzato a tenere conferenze ai medici di base del litorale laziale a nord di Roma su questo tema. Ricordo tra le alte quella presso l’Hotel Scheraton, sulla via Aurelia, a cui parteciparono circa un’ottantina di medici di base della zona. Non mi atteggio a infettivologo, perché non lo sono. Ma un medico, anche se specialista in alcune distretti dell’organismo umano, secondo me, dovrebbe avere una visione generale, internistica,direi olistica, a tutto campo. In un secondo tempo, su temi specifici, è giusto chiedere sempre un parere dello specialista in materia.

P.S.2: Da diversi miei altri articoli ho parlato della guerra a livello microscopico tra batteri e actinomiceti produttori di sostanze antibiotiche (da cui abbiamo fortunatamente ricavato, per sintesi, gli attuali chemioterapici. Nel caso dei virus, sono del parere che vi sia una guerra a livello submicroscopico tra di loro, direi fratricida. In due – tre anni (2019 – 2021) il coronavirus (uscito da un laboratorio) ha fatto del tutto scomparire il virus influenzale, quelli parainfluenzali, messo a tacere il morbillo (che si era riaffacciato nel 2018 – 2019 e ora sta riemergendo. Anche della Dengue non se ne parlava, come se fosse nascosta, impaurita dal virus “deposta” coronato. Tutti dati attribuiti alle misure prese durante il Covid, specie al lockdoun? Mi domando se vi domando. Come mai ciò è avvenuto anche nei paesi in cui il lockdaun non è stato applicato oppure solo parzialmente?

di Aldo Ercoli

MIASTENIA GRAVIS
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