IL PLASMA MARINO DI RENÈ QUINTON

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IL PLASMA MARINO DI RENÈ QUINTON
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UN RIMEDIO NATURALE SCOPERTO ALL’INIZIO DEL XX° SECOLO DA UNO SCIENZIATO CHE IPOTIZZÒ CHE LA COMPOSIZIONE DI SANGUE E LINFA FOSSE “FISIOLOGICAMENTE SIMILE ALL’ACQUA DI MARE”

di Maurizio Martucci

Scoperta rivoluzionaria, pratica farmacologica, messa al bando e rivalutazione omeopaticoolistica, tutto in un secolo solo. Francia, 1904, l’esordio: “L’acqua di mare, ambiente organico”, una sorta di dispensario marino per 300 iniezioni al giorno, endovena dell’acqua di mare che cura, l’intuizione che colpì il filosofo Bergson e il matematico De Broglie.

Dizionario Vidal 1975, l’abecedario farmaceutico dei medici francesi: per curare innumerevoli patologie (esempio dissenteria, gastroenteriti, raffreddori, sinusiti, allergie, psoriarsi e infezioni uro-genitali), tra i medicinali c’è ancora l’acqua di mare, bandita nelle iniezioni dal 1986 dopo essere stata il fiore all’occhiello dell’Ospedale Saint Luis (lo strappo per un caso di reazione avversa ancora avvolto nel mistero), rimasta quindi soltanto bevibile, anche in cliniche italiane.

Di cosa stiamo parlando?
Dell’intuizione dell’eclettico ricercatore (fisiologo e biologo vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900, profetizzò il volo in aereo prima dell’iniziazione dei fratelli Wright) René Quinton, scopritore degli stretti legami tra l’organismo umano e l’acqua salata del mare: “L’organismo è un vero e proprio acquario marino vivente!”.

Quinton, assistente nel Laboratorio di Patologia Fisiologica al Collegio di Francia, studiando l’acqua di mare intuì come il liquido organico in cui sono immerse le nostre cellule (sia liquidi extracellulari che interstiziale) per composizione non si allontanerebbe molto dall’ambiente marino e, da qui, formulò la sua teoria terapeutica in quello che oggi è conosciuto come il Plasma di Quinton: collegato al principio dell’equilibrio acido-basico e dell’innalzamento del sistema immunitario e sulle proprietà terapeutiche degli ioni più importanti presenti in acqua di mare (potassio, sodio, calcio, magnesio), quando ancora si ignoravano DNA, enzimi e proteine, Quinton sosteneva che ogni cellula del nostro corpo si comporta in realtà come un pesce nell’acquario, da qui la deduzione che per curare alla base una patologia bisognasse purificare, cioè reimmettere nuova acqua nell’acquario, ovvero il Plasma di Quinton per far vivere meglio i pesci, ossia le cellule.

Oggi in commercio si possono trovare due tipi di Plasma di Quinton: una soluzione isotonica (aiuta processi omeostatici e reidrata naturalmente il corpo, può essere considerata una sorta di sostituto alla soluzione fisiologica ma, secondo alcuni ricercatori, è dotata di proprietà immunostimolanti) e un’altra ipertonica (acqua di oceano filtrata, coadiuvante nei casi di fatica e stanchezza sia fisica che mentale, problemi di crescita e osteoporosi).

Domanda spontanea che, ai primi del Novecento, probabilmente Quinton non si sarebbe mai aspettato di dover sentire: ma se l’acqua dei nostri mari è inquinata da una trafila senza precedenti di agenti tossici, cosa si rischia nel bere acqua di mare? Le aziende che commercializzano il prodotto, assicurano di seguire un rigido protocollo, affermando di prelevare l’acqua al largo dell’Oceano Atlantico, ad una profondità di almeno 30 metri, ovvero 10 dal fondale in punti ricchi di fito e zoo-plancton, all’interno dei cosiddetti ‘vortex’, cioè in quei vortici di corrente dove è più pura ma soprattutto più viva e dinamizzata: una volta prelevata, viene poi preparata in ambiente sterile (cioè sterilizzata a freddo con particolari filtri micrometrici), senza alterazioni di temperatura e campi elettromagnetici.

Insomma, diluita con acqua di fonte ci arriverebbe pura (in fiale o bottiglietta)! Tempo fa, cercando rassicurazioni, scrissi ad una delle ditte produttrici chiedendo lumi sulle analisi tossicologiche: “Siamo un’azienda seria”, mi risposero (anche in tono seccato!), ma senza fornirmi però alcun riscontro di laboratorio (SIC!).

Convinto assertore del potere curativo del Plasma di Quinton è il naturopata (e scrittore, tra gli altri, de ‘Il Sale, rimedio bio-logicamente naturale’) belga Pierre Pellizzari che, nell’incontaminato borgo Val di Brucia suggerisce l’assunzione dell’acqua di mare nei trattamenti disintossicanti tra le montagne interregionali d’Arezzo. Proprio Pellizzari, nel suo libro, in un’intervista all’oncologa francese Alix Wrastor del Laboratorio Chimicor ricorda come il siero di mare sia stato sperimentato con successo in Italia, in cliniche geriatriche della Calabria: “diversi geriatri sono riusciti a far letteralmente riprendere molti anziani, reidratandoli col Plasma di Quinton”.

Da qui in libreria: nell’ultimo decennio sono poi sbarcati altri tre titoli che, se non altro da un punto di vista medico-culturale, hanno riportato l’intuizione di Quinton all’attenzione degli operatori di terapie alternative-complementari.