Trattare i bambini come merce di scambio.
di Vincenza Palmieri
Non capisco cosa ci sia da sorridere in questa foto che spero sia di repertorio. E non di soddisfazione per trattare, ancora una volta, i bambini come merce di scambio; per Politiche Sociali, della Famiglia ed Economiche rivelatesi ad oggi, senza dubbio, fallimentari.
Non c’è nulla da sorridere quando si parla di allontanamenti. E nessun Protocollo che ha questo tema come oggetto dovrebbe essere diffuso accompagnato da toni trionfalistici, come una vittoria sociale, al di là di ogni singolo rigo che possa contenere.
Credo che la parola «allontanamenti» debba essere cancellata, quando si parla di Bambini. Ma non per sostituirla con un sinonimo. Bensì rivista e trasformata in una logica di aiuto a Bambini e Famiglie.
Non ritorniamo sulla solita solfa: le soluzioni in casi di abusi gravissimi, dimostrati attraverso prove inequivocabili, devono essere trattati nelle giuste sedi. Ma il 93% dei bambini allontanati lo sono a seguito di ben altra pratica: la criminalizzazione di comportamenti tutt’altro che abusanti, a causa del “troppo affetto” o di “simpatie e antipatie” di volta in volta individuate da personale non adeguato alla valutazione delle dinamiche familiari né all’investigazione di presunti maltrattamenti.
La storia soprattutto dell’ultimo decennio ha messo in luce un dolore, una tragedia umanitaria il cui racconto e la cui denuncia sta venendo soppressa nel sangue per interessi di una lobby che ha bisogno di continuare a “markettizzare” le fragilità, trasformarle in una patologia irreversibile, cronica.
Tutto ciò, al fine di lucrare su quella lunga Filiera che non è solo delle Case Famiglia, ma di tutto il Sistema; a partire dai centri istituiti presso le Amministrazioni Comunali e così lungo tutto il percorso di vita del bambino e della famiglia che sono caduti in un iter dal quale pare impossibile venir fuori.
Non si può accettare la criminalizzazione degli affetti, dei comportamenti.
Ci deve essere un lavoro sinergico per aiutare le Famiglie.
Il tema centrale non può essere quello degli allontanamenti ma quello dell’aiuto.
Non c’è nulla da sorridere, dunque, sul dolore e sulle lacrime di tanti bambini e tanti genitori. Ciò che va fatto è avere il coraggio di Aiutare le Famiglie a Casa loro.
Non c’è altra soluzione percorribile se non quella di rimboccarsi le maniche, riqualificando il personale, rimodulando gli interventi per la Famiglia: per tenere insieme la Famiglia.
Si parla di integrazione a scuola, di cure mediche a domicilio, si parla di Territorio e di Inclusività.
Ma quando si parla di «Minori» si usa la peggiore espressione possibile, il peggior incubo per ogni bambino: essere allontanato.
Vincenza Palmieri
Presidente INPEF