Dopo aver parlato in generale della tossicodipendenza e della personalità del tossicodipendente è arrivato il momento di descrivere chi è il partner del tossicodipendente. Ricordo che il tossicodipendente (TD) non è solo chi fa uso di eroina, cocaina, ecc. ma è anche chi fa uso di alcool (alcolista) e chi gioca in modo patologico. Qui non voglio parlare della coppia di tossicodipendenti, il cui legame principale è la sostanza, ma della coppia formata da una persona che usa la sostanza e da cui ne è dipendente (TD) e il partner che non la usa (non-TD). Le caratteristiche principali del TD sono la manipolazione, la proiezione e i repentini cambi di umore. Hudolin, che ha strutturato i “Club Alcolisti in Trattamento” (CAT, l’evoluzione degli Alcolisti Anonimi), parlava di alcolista umido (chi beve) e di alcolista secco (il partner): poneva quindi l’attenzione sul fatto che il partner dell’alcolista è anch’egli tale ma in modo diverso (co-dipendenza). Cerco di spiegarmi meglio. La relazione con un TD è una relazione viscerale ed autentica, nella sua patologia. Il motore che alimenta la permanenza della persona non-TD nella coppia con un TD è “io ti salverò”. Spesso chi ha una relazione lunga con un TD ha una sua storia famigliare molto particolare fatta di abbandoni oppure ha a sua volta avuto uno dei genitori TD (alle volte entrambi). Nella primissima conoscenza tra i due futuri partner, emergono delle “affinità elettive” viscerali che li fanno scegliere tra tante persone e mantenerli nella relazione. Il non-TD (che solitamente è femmina) tende a fare la crocerossina: si fa coinvolgere dalla storia triste e pesante dell’altro e racconta poco la sua storia e la sua sofferenza; crede totalmente alla sua versione dei fatti e se arrivano dei dubbi “sono sbagliati”; giustifica i suoi “strani” comportamenti perché teme di rientrare anche lei nelle persone che non lo capiscono (e quindi cattive); modifica la propria esistenza sulle esigenze del partner. Inizia ad isolarsi dalle proprie amicizie per rimanere di più con lui perché lui ha bisogno di lei oppure perché inizia a vergognarsi dei suoi comportamenti. Queste sono alcune modalità da co-dipendenza. Le caratteristiche, quindi, della personalità del partner “non-TD” sono: 1- storia famigliare molto problematica; 2- bassa autostima e tentativo di ricostruirla attraverso chi ne ha decisamente meno; 3- solitamente sono persone molto rigide ma considerate molto affidabili, responsabili e precise; 4- sono sempre state viste “più mature della loro età” e “bravissime ragazze”; 5- hanno la necessità di salvare l’altro con il copione “io ti salverò” attraverso una coazione a ripetere (meccanismo completamente inconscio): cerco di portare a termine ciò che ho sempre cercato di fare da sempre; 6- spesso hanno disturbi dell’umore, del comportamento alimentare o nella sfera sessuale. Il non-TD spesso racconta che “va tutto abbastanza bene” e parla spesso del TD, delle sue difficoltà e della necessità di essergli accanto. Difficilmente parla di sé perché non lo sa fare o non lo vuole fare. Nel momento in cui inizia parla di sé e delle sue difficoltà allora è il momento della sua presa di coscienza e della rottura della co-dipendenza. La coazione a ripetere o il copione “io ti salverò” o il comportamento da “crocerossina” e le modalità da co-dipendenti, essendo meccanismi inconsci, tendono a permanere e a ripetersi da relazione a relazione. È fondamentale prenderli in mano, conoscerli e rompere la loro ripetizione.
Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta
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