IL MELANOMA

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COLPISCE I “VISI PALLIDI”

di Aldo Ercoli

tiroide
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Il melanoma non rientra nel mondo della globalizzazione, é un tumore della pelle che colpisce nella quasi totalità la razza bianca: i neri e gli asiatici hanno un ventesimo di rischio rispetto ai primi.

Qual è dunque il tipico paziente portatore di melanoma?
E’ il classico biondo con gli occhi azzurri che sotto i raggi solari non si abbronza ma tende ad ustionarsi. La cute del corpo ha numerosi nevi atipici, più di venti. Ne mancano le lentiggini. Sono stati scoperti diversi geni che predispongono alla neoplasia; ha una familiarità pari all’8 – 12% dei casi (P.M. Willeford – Woke Forest Unviersity, Winston. Salem Nort Carolina).

 

Quello che comunemente chiamiamo nei della pelle sono clinicamente dei nevi (dal latino naevus, macchia). Vengono distinti in nevi semplici e nevi cellulari.
I primi contengono soltanto gli elementi normali della pelle, sia ipo che iperplastico, senza alcuna tendenza all’evoluzione maligna. I secondi, i nevi cellulari, siano essi pigmentati oppure no, contengono invece elementi anormali, ossia le cellule neviche, che possono evolvere verso una lesione particolarmente maligna, quale il nevo – carcinoma.

Quali sono i sintomi ed i segni del melanoma?
Un nervo è nella stragrande maggioranza dei casi scuro, pigmentato; solo nel 1-2% la lesione non lo è . Solo nelle fasi più avanzate la lesione diventa bianca (leucodermia melanoma – associata) e comincia anche a sanguinare. In un quinto dei casi a diventare pruriginosa. Il paziente affetto da un nevo che ha da tempo (15 – 25% dei casi) o più frequentemente nasce ex-novo dai melanociti disposti lungo la zona dermo – epidermica, deve porre attenzione alle variazioni di forma, di volume e di colore della lesione.

Anche se diversi autori mettono in discussione che non vi sia un nesso di causalità tra luce solare e melanoma, né tantomeno una correlazione con una carenza di vitamina D, credo che nel biotipo classico con nevi cutanei sarebbe bene attenersi a quella famosa campagna australiana che recita Splip, Slap, Slop, Wrap (svista, schiaffo, fuoriuscita avvolgere ossia mettere via tutto). Credo, se ho tradotto bene (ho qualche dubbio), che queste siano le raccomandazioni da dare al paziente “non te ne sei accorto, hai preso uno schiaffo è aumentato di volume … ora prendi provvedimenti, eliminalo).
E ancora. Indossa una maglietta a maniche lunghe, utilizza una crema protettiva e metti in testa un cappello da cow – boy (a falde larghe). Stai attento alle frecce dei “pellarossa”.

Su quali basi poggia la diagnosi in una lesione sospetta?
Prima ancora di eseguire una biopsia è necessario valutare il fenotipo (già decritto) del paziente, basarsi sull’anamnesi (ascoltare ed interrogare), osservare la lesione (esame obiettivo) e ricordarsi delle prime quattro lettere dell’alfabeto: A (asimmetria); B (bordi); C(colore); D (dimensioni). E’ bene poi inviare il paziente da uno specialista dermatologo per eseguire una microscopia in epiluminescenza (microscopia della superficie cutanea).

Una volta che si è certi di un vero melanoma, e non di una varietà benigna di lesioni pigmentate brunastre, sarebbe bene una rimozione chirurgica (exeresi) che non si limiti alla sola lesione, bensì è bene ricorrere (specie se di grandi dimensioni o per motivi anatomici) ad una escissione ellittica che comprenda nel campione anche tessuto apparentemente sano.

Qualora il melanoma affondi in profondità nel derma è utile un raschiamento della lesione stessa. In tema di prevenzione fotografare da parte del paziente il nevo a distanza di tempo è una pratica utile per il medico curante. Per quanto concerne invece la prognosi sia la profondità del tumore (scala di Breslow), che la presenza di ulcerazioni sono elementi importanti. L’OMS raccomanda la biopsia del linfonodo sentinella dopo linfoscintigrafia ma non tutti sono d’accordo riguardo alla sopravvivenza della malattia.

Gli organi bersaglio (metastasi) del melanoma sono diversi: sistema linfonodale, sistema nervoso centrale, le ossa ed il fegato. E’ necessario una stradizione del tumore (profondità di Breslow, linfonodi, metastasi a distanza). Non abbiamo finora certezze riguardo alla vaccinoterapia e alla chemioterapia.