Diciamoci la verità. Domenica scorsa se non ci fossero stati i cori di una trentina di tifosi, molti dei quali provenienti dal pontino e da altre città del comprensorio, convinti di trovare gli ultras del Cassino, la gara del Ladispoli si sarebbe giocata in un silenzio teatrale.
Era prevedibile, la concomitanza con il giorno clou della Sagra del carciofo ha tenuto lontana una tifoseria che per tutto il campionato di Serie D non ha mai brillato per partecipazione ed entusiasmo. Si salvano solo e sempre gli Ultras Torre Flavia che però sono pochi e da soli non possono trasformare gli spalti in un’arena gladiatoria per spingere i rossoblu alla salvezza. Appelli della stampa e perfino dell’amministrazione comunale sovente cadono nel vuoto, nonostante quando fu tentato l’esperimento di mettere i biglietti a 5 euro e di permettere l’ingresso gratis di donne e ragazzi, contro il Budoni le presenze allo stadio furono maggiori. L’Ortica ed il Comune hanno provato a chiedere ai dirigenti del Ladispoli di ripetere l’esperimento, ci è stato detto di no. Ora, a tre giornate dalla fine del Girone G della Serie D, lanciamo un altro appello all’Unione Sportiva Ladispoli per evitare che le due gare in programma all’Angelo Sale si giochino davanti ai soliti quattro gatti. Ad iniziare da giovedì 18 aprile quando i rossoblu contro l’Albalonga si giocheranno le residue chance di salvezza. E’ un match vitale, serve la presenza della gente che affianchi gli intrepidi ultras che cantano per novanta minuti. Forse la meriterebbero più loro la permanenza in serie D, visto che sono sempre pronti a sostenere questi colori nei momenti più avversi, tra regole stringenti e poco malleabili. La nostra proposta è molto diretta: la società dovrebbe fare un ultimo sforzo, aprire i cancelli gratuitamente. Solo così si può tentare l’ultimo assalto alla salvezza. Riempire lo stadio, coinvolgere le scuole, chiamare tutta la città a raccolta perchè la Serie D è un patrimonio collettivo non solo sportivo. giovedì ingresso gratuito per tutti, non ci sembra un’impresa improba.