di Alberto Sava
Marta Grande, deputato del Movimento 5 Stelle, ha partecipato ad un incontro con alcune classi della scuola Melone di Ladispoli, rispondendo alle domande di carattere generale sulla politica provenienti dai ragazzi. A margine di questo incontro, abbiamo intervistato il deputato civitavecchiese, ormai al suo secondo mandato a Montecitorio, dove ricopre l’incarico di Presidente della Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei Deputati. Alla fine di settembre, Marta Grande ha fatto parte della delegazione italiana cheha partecipato alla 73°Assemblea dell’Onu. Nell’agenda dei lavori anche due incontri bilaterali, etra questi il delicato meeting con la Somalia ed altri Paesi di quell’area, con i quali l’Italia ha sempre svolto un ruolo ponte e di mediazione. Tra poco Palermo ospiterà un incontro,collegato in qualche modo a quanto dibattuto nel vertice bilaterale con i Paesi africani all’Onu a New York. La prima domanda di questa intervista la rivolgiamo a Marta Grande, proprio in qualità di presidente della Commissione Affari Esteri.
A Novembre si terrà la Conferenza internazionale sulla Libia: che valore avrà questo confronto per il futuro del nord Africa?
Avrà un valore cruciale. Il governo, per quanto non se ne sia affatto parlato, ha lavorato in modo attento e puntuale nella direzione della distensione e della cooperazione, raggiungendo ottimi risultati a livello diplomatico.La conferenza di Palermo, in quest’ottica, può rappresentare un enorme passo in avanti per ciò che riguarda la ricostruzione della Libia e,di rimando,di una parte importante del nord Africa.
Torniamo alla stretta attualità. La manovra economica italiana è alla delicata prova dell’esame Ue. Prevede possibili mediazioni?
Il presidente Conte è stato chiaro e fino a prova contraria non abbiamo motivo di non credergli.Certo, per la mediazione c’è sempre tempo, per quanto sia evidente una grottesca manipolazione mediatica che trasforma la routine in notizia sensazionale.
Uno sguardo al territorio. Lo smaltimento dei rifiuti è uno dei tanti problemi che affligge l’Italia, e nel Lazio è anche elemento di scontro politico tra Regione e Campidoglio. Come può intervenire il Governo?
Non si può più giocare al ridicolo scaricabarile del passato, in cui la sovrapposizione delle competenze si alleava con la burocrazia per innescare una spirale mortale di decadenza e malaffare.La questione rifiuti ha un impatto territoriale e gli enti preposti debbono creare i tavoli, non cercare complici a cui passare la patata bollente.Il governo deve prendere atto e regolare il processo, non può esserne parte in causa.
Da quattro anni Civitavecchia, la sua città, è governata da un sindaco M5S, tracciando un bilancio pressoché finale di questa esperienza, come valuta l’azione di governo del Movimento e del suo sindaco, anche in un’ottica più ampia riferita a tutto il territorio?
Il M5S ha il vizio della coerenza, io credo nelle stesse cose in cui credevo quando ho cominciato la mia fortunata avventura politica.Il mio essere portavoce nazionale, la responsabilità che mi investe nell’esercizio del mio ruolo non mi permette di poter fornire un giudizio complessivo a 360 gradi, poiché non ho in alcun modo interferito con le vicende locali.L’unica certezza dell’amministrare, per noi, sono le infinite scalate e prodezze che debbono compiere i nostri sindaci per invertire situazioni consolidate ed incancrenite.
Recentemente è stata ospite dell’Istituto Melone di Ladispoli, quali le sue impressioni sull’incontro con gli studenti?
Una esperienza splendida, lo dico sinceramente. L’unico modo per avere una percezione del futuro è proiettarsi nel presente, ascoltando la viva voce di chi il futuro, poi, dovrà costruirlo. Bisogna ragionare in modo “postumo” per capire, allargare la visione e l’unica possibilità per farlo è favorire il dialogo con i giovani, non esistono alternative.