Non so se a qualcuno è capitato di vivere in prima persona o in modo indiretto (amici o parenti) questo fenomeno. Negli ultimi periodi, grazie anche ai social, molte sono le persone vittime di Ghosting. Ma cos’è il Ghosting? Vuol dire letteralmente “rendersi un fantasma per l’altro”, sparire, dissolversi, improvvisamente e senza alcuna spiegazione. È un fenomeno per cui una persona che si frequentava, come amico/a o partner, sparisce improvvisamente e senza lasciare né traccia né alcuna spiegazione. Chiudere una relazione senza spiegazioni e sparire è sempre stato semplice ed è sempre stato fatto; tuttavia, in questo periodo, diventa la modalità preponderante poiché i social, così come “favoriscono” una modalità di contatto, tanto la impediscono.
Siamo in presenza del Ghosting quando una persona sparisce, non risponde più al telefono, ai messaggi (sms/whatsapp) fino anche a bloccare l’altro nei vari social. Questa modalità di chiusura di un rapporto trasmette un doppio significato: il primo è “non ti voglio più vedere”, il secondo “noi due non siamo mai esistiti”.
Osserviamo il Ghosting sotto il punto di vista del Ghost e della vittima.
Il Ghost solitamente ha una personalità estremamente narcisistica, manipolativa, sfruttatore, con una grande difficoltà di venire a contatto con le proprie emozioni e con quelle del partner; non prova rimorsi o sensi di colpa. Il problema principale del Ghost è la paura dell’abbandono, per cui preferisce abbandonare prima di essere abbandonato (evento che secondo lui succede sempre) onde evitare la sofferenza storica della sua ferita abbandonica. Lui ha bisogno di mantenere il controllo. È una modalità immatura ed infantile in cui la persona non riesce a ipotizzare di sostenere un confronto tra “pari” per il timore di venirne ferito e di uscirne sconfitto (questo è lo schema mentale del Ghost).
Cosa succede nella vittima?
Solitamente il Ghost e la vittima hanno instaurato una relazione profonda, quasi “idilliaca” e da favola. Quando il partner sparisce, la vittima passa momenti di incredulità, di vero smarrimento perché non comprende cosa stia succedendo e, in un secondo tempo, viene pervasa da fortissimi sensi di colpa pensando di essere stata la causa dell’improvvisa sparizione. Per la vittima la sparizione diventa un pensiero fisso. Cerca delle giustificazioni e dà al Ghost delle giustificazioni. Arrivano, poi, la tristezza, la delusione e la rabbia. Chi è vittima di Ghosting ha la netta percezione che una parte della sua vita sia sparita; cerca oggetti tangibili (foto, regali, confronto con altre persone) e segni concreti di sensazioni che ha provato per avere la conferma della veridicità dei suoi ricordi della relazione. Il problema più grave è quando il Ghosting è ad “intermittenza”: il partner c’è ed esiste, fa vivere sensazioni bellissime, momenti molto emozionanti per poi sparire per giorni, settimane e poi ricomparire. È come se ad una persona affamata si facesse iniziare un pasto abbondante ma dopo i primi bocconi si interrompesse tutto. Tutti possiamo esserne vittime. Il Ghosting. si evidenzia anche nella psicoterapia: dopo alcuni incontri di psicoterapia, l’assistito sparisce senza alcuna spiegazione. È importante che il terapeuta analizzi questo “abbandono” non come un fallimento, un drop-out, ma come un movimento terapeutico importante: l’assistito si è avvicinato ad uno dei suoi nuclei importanti, lo ho iniziato a conoscere e prende tempo, oppure sparisce ma la conoscenza rimane.
Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta
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