Decessi, infortuni o incidenti gravi. Mattarella “tragedie intollerabili, devono trovare una fine”.
Nel 2021 il lavoro anziché un valore è un problema e non solo quando non c’è. Di lavoro si muore e in molti casi si compromette la salute con conseguenze da un punto di vista sanitario ed economico per il lavoratore vittima dell’infortunio e l’intera famiglia e dal punto di vista psicologico e delle relazioni sociali, riferendoci al danno biologico. Infine un danno anche per l’azienda per i costi che ne derivano alla collettività.
Eppure la Costituzione Italiana riconosce al lavoro un ruolo fondamentale “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, e ancora, all’art. 4 riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro promuovendo le condizioni che rendano effettivo questo diritto. L’aricolo 35 infine riguarda la tutela del lavoro in tutte le sue applicazioni. Cosa succede in Italia e nel resto del mondo?
Il tema della sicurezza sul lavoro, dopo qualche giorno di clamore mediatico a seguito di una tragica morte, non gode del giusto interesse. Eppure i dati indicano 677 casi mortali (nei primi 6 mesi del 2021). Senza considerare i casi di morte causa Covid-19 i cui dati non sono ancora disponibili, si parla di una media di 3 morti al giorno. Erano stati 1538 nel 2020 e 1205 nel 2019. Alle morti bianche vanno sommati 312.762 infortuni dei primi 6 mesi del 2021 (l’8,3% in più rispetto al 2020) il cui totale è stato 571.198. Un aumento prevedibile tenendo conto della ripresa produttiva dopo lo stop dell’emergenza sanitaria e lo smart working.
Mattarella “Tragedie intollerabili, devono trovare una fine”.
La discussione per risolvere il fenomeno è aperta da tempo ma ancora senza soluzioni per ridurre la tragica statistica che vede ogni giorno 4 lavoratori uscire di casa al mattino e non fare ritorno. L’autunno è tempo di riforme, dalla fiscale agli ammortizzatori sociali, a quella sulla pensione. La vita e la salute sono diritti fondamentali non subordinabili, lo ricorderanno anche dopo il caso Campania?