Come tutti i Disturbi di Personalità anche questo è “pervasivo” ed “egosintonico”.
Pervasivo perché i tratti di personalità disfunzionali che lo caratterizzano si manifestano in ogni aspetto della vita del soggetto: gli affetti, il lavoro, la vita sociale, etc. Egosintonico perché la persona interessata da questo disturbo non sente di avere un problema, non ne soffre e non cerca aiuto. Se lo fa è più probabile che sia per i disturbi associati al disturbo di personalità: cioè per problemi di depressione, abuso di sostanze, disturbi alimentari, comportamenti compulsivi, autolesivi, aggressività incontrollabile, disturbi d’ansia, etc.
Il Disturbo di Personalità Borderline è solo uno tra i tanti Disturbi di Personalità che oggi conosciamo e trattiamo in psicoterapia, ma per le sue caratteristiche di “drammaticità” e “caoticità” è stato il più studiato e sicuramente il più rappresentato nel cinema. Esso si caratterizza per:
1) La labilità affettiva: Le persone borderline possono oscillare rapidamente di umore passando in breve tempo, ad esempio, dalla serenità alla cupa tristezza, dalla rabbia feroce al senso di colpa lacerante. A volte emozioni differenti sono presenti nello stesso momento, tanto da creare caos nel soggetto e nelle persone a lui vicine.
2) Difficoltà di mentalizzazione: ovvero un’incapacità “a pensare” le emozioni e dunque a regolarle e a contenerle. Ciò li porta ad essere “impulsivi” e ad agire sia le emozioni che le pulsioni del momento con conseguenze molto pericolose: scoppi improvvisi di violenza, abbuffate di cibo, abuso di sostanze, guida spericolata, sessualità promiscua, condotte antisociali, autolesionismo, tentativi di suicidio, ecc.
3) Forti angosce d’abbandono: i pazienti borderline hanno sviluppato nel corso della propria storia un concetto di sé in quanto persone non amabili, indegne d’amore, “cattive”, “difettose” e si aspettano (quindi) che, quando gli altri “si saranno accorti” di questa loro indegnità, le abbandoneranno. Ai loro occhi ogni pur minimo allontanamento è un potenziale pericolo. Per questo motivo cercano di evitare con tutte le forze l’abbandono e lo fanno adottando comportamenti drammatici ed estremi, come per esempio minacciare di suicidarsi.
4) Relazioni caotiche: essi sono “instabili nella stabilità e stabili nell’instabilità”: ciò vuol dire che non riescono a stare bene in una relazione “serena”: ad un certo punto devono introdurre una crisi (si può avere la sensazione che cerchino un litigio a tutti i costi). Poi si sentono in colpa e spaventati dal possibile abbandono per ciò che hanno fatto e cercano disperatamente di riparare il rapporto e poi di nuovo lo rompono etc. in un ciclo senza fine.
5) Senso di identità instabile: hanno spesso la percezione di essere “diversi”, quasi un’altra persona a seconda della situazione e del contesto (stessa cosa pensano di loro le persone che gli sono vicino).
6) Risposte dissociative: In momenti di forte stress possono “assentarsi mentalmente” o manifestare sintomi dissociativi quali i gesti automutilanti ed autolesivi, che rappresentano un tentativo di “regolare” emozioni troppo intense che non sanno gestire altrimenti (non sanno cioè “tenere nella mente”).
7) Senso cronico di vuoto: lamentano di sentirsi “vuoti”. A differenza della noia, si tratta di uno stato mentale di “anestesia emotiva” e distacco dalla realtà.