IL DANNO AI CITTADINI IN MAFIA LITORALE

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mafia litorale

Chi ripagherà le persone che pur avendolo richiesto non hanno ricevuto nessun tipo di aiuto?

di Il Pungolo

«Nello scorso articolo su Mafia Litorale è stato comunicato ai lettori che il prossimo martedì (10.11.020) si celebrerà l’udienza preliminare presso il Tribunale di Civitavecchia per decidere sulla richiesta di rinvii a giudizio. Per fare maggiore chiarezza, di mafioso (inteso come violenza ed aggressione fisica da parte di più persone tra esse organizzate) non vi è nulla. Quello che però può essere considerato mafioso è il metodo. Un metodo contrario a tutte le leggi sugli appalti, dalle modalità di assegnazione dei servizi pubblici sino alle fasi di controllo accuratamente omesse.

I servizi pubblici sono perfezionati spesso da un contratto (d’appalto) offerto da un privato (accreditato in apposito registro) ad un settore del Comune. E’ la ragioneria che deve verificare PRIMA DI CORRISPONDERE IL PAGAMENTO ALLA AZIENDA che i servizi siano conformi a quanto pattuito e, che siano svolti secondo le regole della buona diligenza. Invece, accadeva altro. Le ragioni che potrebbero colpevolizzare o meno uno o l’altro incaricato comunale non sono ora importanti, lasciamo questa guerra a loro. Ciò che è invece fondamentale capire è sapere che i soldi dei cittadini, versati come imposte e tasse, non sono stati né spesi bene, né hanno raggiunto tutta la fascia di utenza disponibile. La scusa della mancanza di risorse spesso addotta dall’assessore di turno NON trova razionalmente alcuna conferma dall’analisi fatta grazie imponente lavoro della Guardia di Finanza di Civitavecchia: una gestione delle risorse attenta e puntuale – come andava fatta – avrebbe consentito in maniera certa un numero più alto di utenti soddisfatti.

Chi ripagherà le persone che pur avendolo richiesto non hanno ricevuto nessun tipo di aiuto ? Come giustificheranno la mala gestione nel processo? Lo scarica barile sarà interessante.

Abbiamo bisogno di trovare delle risposte oneste e sincere che non lascino in sospeso un tema come questo. I danni derivanti dalla MALAGESTIONE negli appalti (ovunque derivanti) devono essere REALMENTE RIMBORSATI ALLA CITTADINANZA.

Crede forse la classe politica attuale dei comuni di Tolfa, Ladispoli, Santa Marinella, Cerveteri, di non dover partecipare ad un processo i cui imputati , anche ex sindaci ed ex funzionari, hanno agito CONTRO la loro stessa collettività? Contro i loro stessi cittadini?

E’ forse l’influenza che alcuni degli imputati ancora esercitano sui medesimi uffici, e Comuni, a mettere un ALT innanzi il superiore interesse pubblico?

Ma come facevano effettivamente i dirigenti e funzionari pubblici ad

eludere consapevolmente ogni tipo di controllo ?

Una delle risposte sinora trovate (ma è solo una!):

Le commissioni di nomina per l’esame, la valutazione delle offerte economiche era composta SEMPRE dai medesimi soggetti, alcuni dei quali (per ora!) non sarebbero indagati. Venivano rivolti gli inviti a presentare le offerte SEMPRE ad i medesimi soggetti vincitori, lasciando fuori anche altre aziende che, seppur regolarmente iscritte al R.U.A., furbescamente attraverso una carambola di determine dirigenziali, non venivano invitate, così da facilitare quella che era ed è ancora oggi una SPARTIZIONE degli appalti. E perché si può parlare di spartizione ? Si parla di spartizione di più appalti quando questi pur essendo messi a bando (anche tutti insieme), ed avendo proceduto agli inviti delle aziende iscritte al RUA, poi di fatto accade che le offerte presentate per un singolo appalto SIANO UNICHE. Cosicché le aziende partecipano e lasciano tra loro tacitamente partecipare quelle interessate al servizio. Ecco perché oggi con franchezza possiamo affermare che il sistema che fu/è “mafioso”.

Soltanto un nuovo dirigente (venuto da fuori) di uno dei comuni su interessati dall’inchiesta, ha cambiato MA PARZIALMENTE le nomine delle commissioni, lo ha fatto di sua iniziativa. E speriamo anche altri comuni possano finalmente adeguarsi alle direttive A.N.A.C. inerenti la imparzialità, rotazione e assenza di conflitti d’interessi dei membri. Ricordo che recentemente l’ANAC interpellata per la mancata nomina di un DEC in uno dei comuni è intervenuta.

Il danno ai cittadini per servizi poco conformi e non soddisfacenti è un tema serio che merita tutta l’attenzione e tanto lavoro per poterlo almeno in parte recuperare».

Autore: Il Pungolo