IL COVID-19 CIRCOLAVA IN ITALIA PIU’ DI UN ANNO FA?

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Da quanto tempo il virus Sars-Cov2 (ossia l’attuale Covid19) circolava in Italia?

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Dottor Professor
Aldo Ercoli

Sin dalla prima ondata primaverile ho sempre sostenuto che la comparsa nel nostro territorio non risalisse al mese di febbraio ma molti mesi prima. Mi ero imbattuto, prima della fine dell’anno 2019, in diversi casi di forme morbose delle alte, e talora anche basse, vie respiratorie alquanto strane sia per sintomatologia che soprattutto per l’alta frequenza.

Le avevo attribuite ai virus, soprattutto rinovirus e vecchio coronavirus, oppure nel caso di polmoniti atipiche a micoplasma pneumoniae e alla clamidia pneumonie (il virus dei pappagalli). Tutto questo potete leggerlo in miei articoli precedenti. Da broncopneumologo ho trovato persino due casi di legionella pneumoniae (la malattia dei legionari) che ho dovuto far ricoverare in ospedale e anche (tanto per non farmi mancare nulla) una rickettosi (la febbre Q provocata dalla Coxiella Brunet). Quest’ultima è una malattia infettiva non esantematica (senza manifestazioni sulla pelle) con frequente localizzazione polmonare.Infatti provoca spesso una “polmonite atipica primaria” come quella causata da micoplasmi e da altri microrganismi che producono infiltrati interstiziali.

Ora tutte queste malattie rispondono bene ad antibiotici specifici: soprattutto macrolidi (ho utilizzato sempre l’azitromicina) ma anche tetracicline, chinolonici, talora persino rifampicina. Alcuni pazienti con polmoniti atipiche, da me visitati e curati, erano dovute ad micoplasma pneumoniae. Una diagnosi empirica “ex adiuvantibus” in quanto furono tutti guariti sia clinicamente che radiologicamente.Ne ricordo almeno tre casi tra ottobre-novembre 2019. Accanto a tutto ciò notai delle insolite forme oculo rinitiche confermate, come frequenza, anche dopo aver ascoltato alcuni farmacisti del nostro territorio. Nel periodo natalizio ci furono molte congiuntiviti non particolarmente gravi quanto fastidiose (prurito, lacrimazione). Nessuno poteva pensare a quei tempi che circolasse il Covid19 magari con minore intensità.

Due dati però, nel periodo pandemico di marzo-aprile 2020, mi fecero insospettire:
1) Nel settembre 2019 in Cina proprio a Wuhan (primo focolaio della malattia) s’erano svolti i i campionati militari di atletica leggera e alcuni atleti avevano contratto delle strane forme morbose a carico dell’apparato respiratorio.
2) Cinque pazienti da me visitati negli ultimi tre mesi del 2019 mi telefonarono in primavera 2020 chiedendomi se, a mia insaputa li avessi curati avendo loro il Covid19 perché, pur essendo guariti allora, avevano recentemente effettuato un test sierologico che risultava specifico per la presenza di anticorpi anti Covid con tampone nasofaringeo negativo.

Il dubbio, a distanza di tempo mi rimane, anche se credo che il virus avesse allora caratteristiche diverse, ossia fosse una forma primordiale molto meno frequente. Il dubbio mi viene tutt’oggi suffragato da una ricerca dell’Istituto dei Tumori di Milano e dell’Università di Siena. In soggetti sani arruolati, per lo screening per il tumore al polmone sono stati riscontrati gli anticorpi contro Sars-Cov21 in campioni di sangue risalenti a settembre 2019. Ricuperando “vecchi” campioni di 959 persone sono stati riscontrati, nell’aprile 2020, anticorpi sull’ 11,57% del totale dei casi. Questa ricerca ha portato a retrodatare la circolazione del virus in Italia a diversi mesi prima della fine dell’anno 2019.Va anche aggiunto un’altra ricerca nelle acque (Genova) che aveva portato alla stessa conclusione.

Il sottoscritto ha solo riferito quello che ha visto (e curato) e quello che ha letto. Posso solo dire che resta perplesso e con molti dubbi.Trovo strano che io non mi sia contagiato sia sul finire dello scorso anno né nella prima ondata pandemica primaverile ove, con le dovute precauzioni ma senza adeguato equipaggiamento “astronautico”, sono stato molto attivo nel mio quotidiano lavoro. Poi, però quando meno me lo aspettavo, è toccato anche a me ammalarmi di Covid nell’ottobre di quest’anno. Dopo un episodio febbrile con marcata astenia, il tampone molecolare antigenico aveva dato esito positivo. Prontamente isolatomi in quarantena mi sono curato da solo fino a quando è arrivato il responso negativo (non rilevato per tutti e tre i geni) al terzo tampone (13 novembre). Fortunatamente (e forse non per caso) il Cov19 era rimasto nelle prime vie respiratorie (rinofaringite presente) senza intaccare, scendendo giù, i polmoni. Se avessi avuto sintomi respiratori (dispnea oltre alla febbre con astenia) mi sarei dovuto ricoverare. Non ho dubbi che questa patologia vada trattata il più rapidamente possibile con uno specifico protocollo terapeutico (fase iniziale). A tal riguardo non tutti sono d’accordo (ognuno porta l’acqua al suo mulino?) ma resto fortemente convinto della mia idea.
Io vivo e lavoro sul campo, in prima linea, non in laboratorio.