Il coprifuoco c’è, resta e non se ne parla

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 Coprifuoco dalle 22 alle 5 fino al 31 luglio 2021

L’aver istituito il coprifuoco, tra le misure di contenimento del contagio da coronavirus non ha destato troppe polemiche. I primi malumori arrivano ora, alla notizia della conferma della restrizione in vista stagione estiva. Eppure imporre il coprifuoco, parola che riporta alla guerra, ma in guerra non siamo ufficialmente, è stata una delle limitazioni alla libertà più estreme imposte al popolo italiano.

Rappresenta un vero sequestro di persona lontana dalla tutela della salute, bensì “funziona da deterrente. Introduce a livello psicologico un segnale d’allerta. Il coprifuoco ricorda il comportamenti individuali da tenere e che non siamo al liberi tutti. Se alle 22 sei a casa gestisci gli spostamenti, eviti gli incontri non necessari”.  É il pensiero espresso ieri dall’epidemiologa Fiorenza della Torre e riportato dal Corriere della Sera, un pensiero comune nella cerchia delegata a decidere per tutti.

Il 62% degli italiani è d’accordo sul coprifuoco. Almeno così riporta un sondaggio su La7, le persone intervistate approvano la linea tenuta dal ministro Speranza durante questa pandemia. Ma “Speranza va fermato” anche prima del voto di sfiducia al Senato previsto per il 28 aprile, voto resosi necessario in virtù dei procedimenti a carico del ministro proprio in merito alla gestione dell’emergenza a marzo scorso. Va fermato ciò che rappresenta, la direzione presa dal governo. Odora di dittatura. I cambiamenti messi in atto in Italia, vedi la certificazione green, potrebbero non avere una natura temporanea, introducono un modello di vita quantomeno raccapricciante dal quale difficilmente si torna indietro. A spaventare maggiormente è la massa di persone che si dichiara pronta ad accettare tutto pur di tornare a vivere.
Ma questo progetto governativo non è la normalità, non garantisce sicurezza, tantomeno la salute. Al contrario, proprio quest’ultima viene compromessa.