Louis Ferdinand Céline: Guerra
a cura di Roberto Frazzetta
Primo, folgorante scampolo degli inediti rubati nel 1944 dall’abitazione di Céline ricomparsi quasi sessant’anni dopo la sua morte, Guerra narra la storia di Ferdinand un ragazzo di vent’anni ferito al braccio, dal momento in cui riprende conoscenza. Ferdinand ha una grave lesione all’orecchio dovuta a un’esplosione, mentre cerca di guadagnare le retrovie attraversando una Parigi disseminata di cadaveri, in una notte visitata da presenze ostili, fantasmi quanto mai reali; finisce in ospedale in mezzo a malati e farabutti d’ogni risma, affidato alle cure di un’infermiera sadica. Qui fa amicizia con il malavitoso parigino Bébert e con sua moglie Angèle, che al fronte batte il marciapiede per lui. Céline preme sul pedale di una sessualità oltraggiosa e sfrenata. In passato hanno detto che Céline è uno scrittore da dimenticare, hanno detto perché parteggiava per i nazisti, ma Celine è capace di rendere illeggibili gli altri scrittori raccontando la guerra come un immenso teatro dove l’essere umano manifesta in base alle occasioni quello che è veramente. «Mi sono beccato la guerra nella testa. Ce l’ho chiusa nella testa» dice Ferdinand all’inizio del romanzo, come se l’esperienza bellica – divenuta esperienza acustica – fosse solo il risultato di una guerra molto più estesa e devastante, quella interna alla materia cerebrale. Consigliato per riflettere.