Esistono due modi di fare informazione. E quello che abbiamo letto in queste ore sul web ne è una lampante conferma. C’è il modo del salire sul carro del vincitore, di intonare osanna di giubilo, sia per ingraziarsi il potente di turno, sia come omaggio al fatto di essere stati invitati alla festa in un posto privilegiato. Fatevi un giro su qualche sito allineato per vari motivi e ve ne renderete conto leggendo i commenti al concerto di Jovanotti di ieri a Campo di Mare. Badate bene, non parliamo dello spettacolo in se che è stato memorabile, ha divertito 40 mila persone, grazie alla collaudata performance di un artista unico come Lorenzo Cherubini. Un modo di fare informazione che liquida con quattro parole quello che è accaduto, prima e dopo l’evento, a scapito di tantissime persone. Ma questo alcuni siti non possono e vogliono raccontarvelo.
C’è poi un altro modo di fare informazione. Ad esempio quello de Il Messaggero nell’edizione odierna. Giornale autorevole e super partes che narra in modo accurato cosa sia stato il “dietro le quinte” del Jova tour. Nel cui villaggio interno sul lungomare dei Navigatori Etruschi è stato realmente tutto impeccabile e perfetto. Quello che non vi vogliono dire è l’inferno che si è scatenato per ore sulla pelle dei pendolari di Cerveteri, Cerenova e Ladispoli, letteralmente presi in ostaggio dall’incapacità di qualcuno nel saper gestire un evento di tale portata. E noi de L’Ortica, che tutto facciamo meno che salire sul carro del vincitore, l’allarme lo avevamo lanciato da settimane. Sia per la tenuta della palude di torre Flavia, che fortunatamente si è salvata, sia per il caos che ipotizzavamo sarebbe accaduto a Campo di Mare e dintorni. E non occorreva essere profeti per capire che una piccola frazione, con poche strade e due soli accessi, difficilmente avrebbe retto l’urto di 40 mila persone in arrivo per il Jova Tour. Ieri sul nostro sito abbiamo preferito non commentare le prime notizie di disagi che arrivavano in redazione, scegliendo di attendere l’evolversi dei fatti. E sperando che chi di dovere avesse pianificato come fronteggiare la prevedibile emergenza al traffico. Adesso non sarebbe nemmeno necessario scrivere questo articolo per raccontare il calvario di ieri patito da migliaia di persone, sia quelle barricate nelle proprie abitazioni, sia quello che hanno avuto la sfortuna di voler tornare a casa a Marina di Cerveteri, Cerveteri e Ladispoli dopo una giornata di lavoro. A chi sta sventolando la bandiera del “tutto a posto”, consigliamo di andare a leggere i social network dove ci sono racconti da incubo. Persone bloccate per ore sulla via Aurelia da Aranova fino al bivio per Marina di Cerveteri, polizia stradale costretta a chiudere l’uscita dell’autostrada di Cerveteri per evitare il caos totale al traffico, automobilisti costretti ad arrivare a Santa Severa per ritrovarsi nella grande coda nel senso di marcia opposto.
E che dire della quarantina di veicoli rimossi nella zona della stazione ferroviaria di Marina di Cerveteri ad altrettanti pendolari che sul web raccontano di come nessuno li avesse avvisati? E dei prezzi spropositati, come scrive oggi Il Messaggero, di un panino o di una bibita nella zona dell’evento? E delle persone costrette a dover pagare 10 euro per lasciare l’auto in sosta nelle zone indicate dal comune essendo vietato parcheggiare sotto casa? E delle altre ore di coda del dopo concerto patite da persone che sono riuscite a tornare a casa solo all’alba? O di chi si è visto chiedere 80 euro per andare e tornare da Ladispoli a Campo di Mare da autisti Ncc? Ecco quello che stamane non vi stanno raccontando coloro che si sono genuflessi al grande manovratore, nascondendosi dietro la bellezza indubbia del concerto di Jovanotti che poco c’entra con la pessima gestione di tutto ciò che ruotava attorno al suo villaggio. La realtà dei fatti parla chiaro, il comune di Cerveteri ha mancato profondamente di rispetto ai suoi residenti, ha intrappolato per ore la gente nelle automobili in coda sotto il sole, ha preso in ostaggio gli abitanti di Campo di Mare.
Nessuno discute la grandezza dell’evento Jova Tour, il problema è che era sbagliata la location, chi ha organizzato del resto ben sapeva cosa sarebbe potuto accadere. Andate a rileggere alcuni comunicati in cui si invitava a non prendere l’auto per evitare ore di coda. Non è così che si organizzano eventi che prevedono l’afflusso di migliaia di persone. La vicina Ladispoli, tanto per rimanere in zona, ha dimostrato per ben due volte con le Frecce Tricolori, come i disagi si possono contenere al massimo, senza massacrare ed intrappolare i residenti. E ricordiamo che in entrambe le occasioni dello show della Pattuglia acrobatica nazionale, sul lungomare di Ladispoli c’erano globalmente oltre 100 mila persone. Per non parlare della Sagra del carciofo che da oltre mezzo secolo attira a Ladispoli decine di migliaia di visitatori che mai sono rimasti prigionieri della loro città.
Che dire? Sul modo di fare giornalismo di alcuni colleghi preferiamo evitare altri commenti. A chi ha organizzato, in modo a tratti arrogante, quello che resta comunque uno splendido concerto di Jovanotti, consigliamo vivamente di riflettere sui propri errori. E di chiedere scusa agli abitanti di Marina di Cerveteri per i disagi causati. E magari anche ai pendolari di Cerveteri, Ladispoli ed altre località del litorale che ieri hanno avuto solo la colpa di tornare a casa dal lavoro e trovarsi in un gigantesco ingorgo sulla via Aurelia e sull’autostrada. Il Jova Tour è un evento mordi e fuggi e passa. La gente di Cerveteri resta.
A proposito, un record l’organizzazione del comune di Cerveteri lo ha centrato. A nostra memoria mai le forze dell’ordine erano state costrette a chiudere l’uscita dell’autostrada per il caos provocato alla circolazione da un evento nel nostro comprensorio.
Complimenti!