IL CARCINOMA DELL’ESOFAGO: CIAO GRANDE GORAM

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calcinoma esofago

Se ne andato via cosi, in silenzio, Andy Goran il leggendario ex portiere dei Rangers Glasgow e della Scozia.

dolore toracico
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Lo ricordo tra i pali della sua nazionale, potente, robusto, reattivo, un vero colosso che incuteva timore ad ogni attaccante che aggredisse la sua area. Goran è morto a soli 58 anni perdendo in breve tempo la sua battaglia vitale contro il cancro dell’esofago. Pensate che solo a maggio 2022 a seguito di una disfagia l’esofagoscopia aveva evidenziato una neoplasia esofagea. La prognosi? Meno di sei mesi di vita sofferente, tre mesi in più se si fosse sottoposto alla chemioterapia. Il portiere, il “mastino scozzese”, dallo scatto fulmineo e delle migliaia di parate, questa volta non c’è la fatta. Ha rifiutato la chemio che era poco più che un elemosina. La morte che ha bucato la sua rete ha voluto guardarla in faccia. Garam tra il 1991 ed il 1998 vinse per ben cinque volte il campionato nazionale con i blu di Glasgow oltre a tre coppe di Scozia e due coppe di Lega. E’ stato il miglior portiere di sempre del club scozzese. In una raccolta di un vecchio album dei mondiali di calcio ho rivisto la sua “figurina”.

Il carcinoma dell’esofago è una delle neoplasie più terribili, non perdona,anche perché spesso passa misconosciuta e si presenta soprattutto nei pazienti quando la malattia è in stato avanzato. La sopravvivenza a 5 anni è sotto il 5%. Trovo strano che ne sia stato colpito il portierone scozzese perché, di solito, colpisce chi è più avanti con gli anni (65 – 85). Ricordo un mio paziente, negli anni 90, che quando ne fu colpito aveva più di 80 anni. Era il padre della moglie di un mio grande amico, uno scrittore ladispolano simpatico e bravo di cui Ladispoli si è dimenticata. Negli Usa all’inizio del nuovo secolo su 12.300 casi registrati ne sono deceduti quasi tutti (12.100). E’ più frequente negli uomini rispetto alle donne specie, sempre negli Usa, nelle persone di colore. E’ comunque l’Asia il continente ove si registra da sempre la più alta incidenza: Cina, Giappone, Afganistan, Iran, Siberia, Mongolia.

Quali sono i fattori di rischio?

In passato si insisteva molto sull’infezione di cibi e bevande molto calde (specie thè bollente). Attualmente si è constatato che nella forma più frequente (60%) di carcinoma squamocellulare, con localizzazione spesso nei due terzi superiori, è la nefanda associazione sinergica alcol + fumo il fattore di rischio più serio. Meno del 40% dei casi di adenocarcinoma si sviluppa una metaplasia colonnare (chiamata esofago di Barret) nel terzo distale dell’esofago. L’esposizione alle radiazioni, l’acalasia, l’ingestione di caustici con stenosi esofagea sono i fattori di rischio che più spesso vengono chiamati in causa.

Quali sono i sintomi? Quali le manifestazioni cliniche?

La disfagia (difficoltà a mangiare, a deglutire di tipo progressivo (prima per i cibi solidi, in seguito per i liquidi) è un segnale chiave, il più precoce. Quando vi è un rapido calo di peso, un dolore toracico (conseguente a diffusione mediastinica), un disfonia ossia una difficoltà della fonazione (paralisi del nervo faringeo), un’ odinofagia ossia un dolore alla deglutizione, una polmonite ab ingestis (per ostruzione o fistola tracheoesofagea) … è già troppo tardi. Talora nei carcinomi squamocellulari si riscontra un’ipercalcemia dovuta dall’ipersecrezione da parte del tumore di un peptide PTH (paratornome) simile. Il sanguinamento non  è frequente. Quando però presente è particolarmente grave. La diagnosi si avvale dell’esofagogastroscopia con associata biopsia. La Tc e l’ecografia endoscopica sono utili per valutare la disseminazione locale e linfonodale.

Per tornare al caso dello sfortunato portierone scozzese credo che il suo quadro clinico fosse talmente avanzato da dover ricorrere solo alla chemioterapia senza possibilità resezione chirurgica. Non ho elementi per dirvi se avesse un carcinoma squamoso oppure un adenocarcinoma. Ho appreso la triste notizia da un giornale. Non conosco la sua storia clinica. Se parlo e scrivo di lui e per ricordarlo. E’ anche per far luce su una drammatica scena patologica di cui pochi parlano: il carcinoma dell’esofago

Aldo ERCOLI