IL CAMBIAMENTO

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Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

Cambiamento: ognuno ha i suoi tempi.

Sicuramente a tantissimi di noi è capitato di incontrare, dopo tanto tempo, una persona e di vederla cambiata: nel taglio o nella tinta dei capelli, nel modo di vestire, nel modo di relazionarsi oppure di vederla ingrassata o dimagrita.

 

 

Altre volte è capitato che ci venga raccontato di un cambiamento dello stile di vita, per esempio da sposato/a a separato/a, da single incallito/a a coniugato/a e figli oppure da ateo a religioso o il contrario. Quante volte, inoltre, è capitato che gli altri osservino il nostro, magari senza che ne avessimo la percezione o la consapevolezza.

Il cambiamento viene definito dal vocabolario Devoto-Oli come “sostituzione (…) che riguarda in tutto o in parte la sostanza o l’aspetto di qualcosa o di qualcuno”.

L’essere umano è in continuo cambiamento

E il primissimo ed evidente cambiamento è quello fisico: la stessa persona è ovviamente diversa fisicamente da bambino, da adolescente, da adulto, da anziano.
Stessa cosa vale per l’aspetto cognitivo e psicologico: un bambino ha delle caratteristiche cognitive e psicologiche, l’adolescente altre, l’adulto altre ancora, l’anziano idem. Questi sono cambiamenti naturali che seguono il passare del tempo. Sia fisico che psicologico, è sempre lento e graduale.

Pensiamo al cambiamento del corpo di una donna che si avvicina alla menopausa: inizia sempre un paio di anni prima; così come nel corpo della bambina che si avvicina alla pubertà. Il cambiamento del maschietto che sembra improvviso sottende un tempo di latenza importante. Qualsiasi cambiamento comunque si faccia, anche se sembra improvviso, è sempre frutto di un lento e progressivo nonché latente percorso.

Parliamo, però, del cambiamento psicologico

Il vero e proprio cambiamento avviene sempre dopo una crisi, ossia dopo una rottura di uno schema abituale e consolidato di stile di vita, comportamentale, di valori. La rottura determina sempre un momento di confusione e sofferenza tanto che molte persone chiedono aiuto. Pensiamo ad un bruco che si trasforma in farfalla: ha bisogno di forza e, probabilmente, di una quantità di sofferenza per rompere il bozzolo. Il cambiamento, però, soprattutto se può avere delle conseguenze importanti, fa paura. Può mettere in dubbio la propria identità, tanto che alcune persone tendono a bloccarlo manifestando, per esempio, dei “sintomi” psicologici.

Il sintomo è sempre un compromesso, un accordo che il sistema mente-corpo usa per affrontare delle situazioni interne ed esterne. Capita molto spesso che una persona si rivolga allo psicologo perché “da un po’ di tempo ho dei forti attacchi di panico” e, ad una panoramica della propria vita attuale, si evidenzi che la vita col partner, per esempio, è insoddisfacente e sta per arrivare verso il capolinea. In questo caso, il sistema mente-corpo, usa il sintomo (l’attacco di panico) per bloccarlo oppure per prendere tempo. È importante evidenziare che il cambiamento non è sempre lineare: spesso succede che ad un passo in avanti se ne facciano due indietro (un sistema tende sempre a riprendere e mantenere l’equilibrio precedente); ognuno ha il proprio tempo (alle volte nel percorso di psicoterapia i cambiamenti accadono dopo molto tempo); ognuno ha il proprio modo di affrontare il cambiamento, anche il non affrontarlo fa parte del proprio stile di vita.

Non è vero che “basta volere”: il cambiamento non è una questione di volontà, perchè coinvolge il mondo emotivo, i valori, le abitudini della persona e di molte altre persone.

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