CON MELONI PROSEGUE L’AGENDA DRAGHI-COLAO SULLA TRANSIZIONE DIGITALE.
di Maurizio Martucci
Miracoli dell’urna, dal 2% al 26% in soli 10 anni, Fratelli d’Italia pesa 7.300.628 voti, cioè 5,9 milioni di preferenze in più rispetto a 4 anni fa, diventato oggi indiscusso primo partito, il più votato dagli italiani. “No all’introduzione di strumenti di controllo digitale di massa e di compressione delle libertà individuali o a meccanismi di scoring, come la ‘cittadinanza a punti’ su modello cinese”, si legge nel programma elettorale al capitolo 12: “contrasto alla censura arbitraria dei social network e garanzia del rispetto della libera manifestazione del pensiero da parte delle grandi piattaforme di comunicazione”.
Straordinario, wow, evvai, grande Giorgia Meloni se non fosse che al capitolo 18, tra le righe, c’è però scritto “investire su Smart road!”, cioè sulle infrastrutture per le prossime automobili a guida senza conducente per la transizione ecologica, da realizzare grazie a milioni di antenne che irradiano agenti possibili cancerogeni. E ancora, capitolo 2 del programma, si legge: “Il Pnrr rappresenta una grande occasione per la modernizzazione dell’Italia”, riferendosi ai fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che nella transizione digitale e spaziale di Vittorio Colao offrono la bellezza di oltre 40miliardi di euro. Domanda: com’è possibile coniugare l’avanzata del 5G, delle smart cites e della Gigabit Society con la sovranità digitale, la regolamentazione dell’Intelligenza artificiale, mettendo il cloud sotto controllo pubblico come vorrebbero i fratelli italiani? Semplice: non si può, se non con sterili compromessi e mediazioni!
La prova è che a ridosso delle elezioni all’Università e-Campus di Novedrate (Como) la destra, anticipando le mosse degli elettori, si è prestata per un convegno con Colao e sei amministratori delegati delle maggiori aziende di Telecomunicazioni: “Ci sono delle circostanze e una congiuntura astrale favorevole allo sviluppo delle tecnologie e del digitale”, parola di Alessio Butti, oltre che provetto astrologo per profetiche coniugazioni stellari sotto il segno dei pesci, deputato e responsabile Dipartimento Media e Tlc di Fratelli d’Italia. “È scattato un muro contro muro che ha affossato il 5G. Si è fermata la corsa tecnologica internazionale, si sono fermate le cooperazioni tra università e ricercatori dei vari Paesi. Molte parti del mondo hanno fermato le macchine sul 5G (…) l’Italia deve riflettere su un tema così complesso”.
Ecco, una riflessione che evidentemente la Meloni deve aver iniziato già da qualche anno, prima ancora dell’ingresso nell’Aspen Institute tra i poteri forti, quando nel 2019 un’inchiesta del L’Espresso chiariva come insieme alla multinazionale petrolifera statunitense Exxon, anche il 5G cinese di Huawei risultasse segreto finanziatore del partito erede della fiamma di Giorgio Almirante. “Serve una politica industriale attiva e il 5G è un tassello indispensabile in quest’ottica, interconnesso con l’agenzia per la cybersicurezza, il cloud nazionale, la rete a banda larga e le sue interconnessioni marittime”, dice il senatore Adolfo Urso, presidente del Copasir, il comitato di controllo parlamentare sull’operato dei servizi segreti italiani, ai tempi giovanili del MSI però nella corrente di Domenico Minnitti, fervente atlantista e oggi Urso assertore del Golden Power. Ma tra patrioti e tricolore, c’è pure l’eccezione. Vera e propria mosca bianca il senatore Andrea de Bertoldi, l’unico da destra ad essersi dichiarato favorevole ad una moratoria nazionale sul 5G, “un’emergenza per la salute, cittadini cavie inconsapevoli degli effetti dell’elettrosmog”, nella prossima legislatura affiancato da Domenica Spinelli, neo-eletta tra gli scranni di Palazzo Madama, al tempo in cui era sindaco di Coriano (Rimini) in testa nella rete dei sindaci per la moratoria: “5G? un’ingerenza sui Comuni, grosso rischio sanitario,” ripeteva impettita schierandosi dalla parte dei cittadini. E domani? Chiediamolo a Giorgia Meloni, sorella Huawei, Presidente del Consiglio dei Ministri in pectore… qualcuno l’ha avvisata?