Riceviamo e pubblichiamo.
Il 25 aprile rappresenta per il popolo italiano la liberazione dalla tirannia del regime fascista, al potere dal 30 ottobre 1922, dall’occupazione nazista, avvenuta tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, e il ritorno a quei principi di “democrazia” e di “libertà” considerati indissolubili nella vita collettiva d’ogni individuo. Un giorno storico di altissimo valore commemorativo, poiché momento di riflessione e di insegnamento per gli errori commessi nel ventennio fascista e per gli effetti devastanti conseguenti, con l’entrata nella Seconda Guerra Mondiale dell’Italia, il 10 giugno 1940, la catastrofe bellica e l’occupazione militare tedesca.
La svolta italiana nel conflitto avviene il 25 luglio 1943 quando il “Gran Consiglio” sfiducia il Capo del Governo, Benito Mussolini, che, costretto alle dimissioni e arrestato, viene dal Re Vittorio Emanuele III sostituito con il generale Piero Badoglio, il quale l’8 settembre successivo annuncia pubblicamente l’armistizio con gli Alleati. Il Paese precipita nel caos, poiché i regnanti e il governo abbandonano immediatamente Roma per Brindisi ed i nazisti, per ritorsione alla decisione militare di resa, occupano buona parte della penisola, commettendo brutalità d’ogni genere e liberando, il 12 settembre seguente, il Duce, rinchiuso sino a quel momento in una prigione sul Gran Sasso, per condurlo in Germania e prepararlo per la costituzione e la guida di un nuovo Governo fascista, la “Repubblica Sociale Italiana”, che verrà instaurata 11 giorni dopo a Salò sul Lago di Garda. In realtà la R.S.I. aveva il solo compito di organizzare e gestire la controffensiva nazi-fascista all’avanzata delle truppe Alleate lungo la penisola.
In Italia il momento effettivo della “Resistenza” inizia l’8 settembre 1943 e termina il 25 aprile 1945 con la vittoriosa rivolta dell’Italia settentrionale; giorno in cui il “Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia”, assumendo pieni poteri civili e militari, impartisce l’ordine di insurrezione generale, con l’occupazione di fabbriche, prefetture, caserme e l’arrivo di reparti partigiani nelle principali città del nord, come Genova, Torino e Milano. Tre giorni dopo, il 28 aprile, Mussolini in fuga è catturato a Dongo dagli stessi partigiani ed in base al pronunciamento del Comitato di Liberazione Nazionale viene giustiziato, insieme ad altri gerarchi della Repubblica Sociale. Il 2 maggio le truppe tedesche presenti sul nostro territorio si arrendono e sei giorni più tardi, l’8 maggio 1945, la Germania firma la resa determinando così la fine delle ostilità belliche in Europa.
Il 25 aprile deve far ritornare alla mente di tutti, in particolar modo alle giovani generazioni, l’errore nell’aver scelto il fascismo come forza di rinnovamento nel 1922, un nuovo ciclo politico arrivato con torture, violenze e repressioni di ogni genere e produttore di una tragedia risultato dell’esaltazione, la guerra. In questo giorno infatti il popolo italiano festeggia la “liberazione” e rievoca, anche attraverso i racconti di chi ha vissuto realmente e sulla propria pelle quelle situazioni, il valore eroico di tutti coloro che si sono battuti per quegli ideali di democrazia, del tricolore e delle vere libertà personali.
Il 25 aprile dunque è fondamentale per una corretta interpretazione del futuro.
Marco Di Marzio