IDROCOLON TERAPIA: LIBERI DA METALLI TOSSICI

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IL LAVAGGIO INTESTINALE È UN’ANTICA TERAPIA DETOX RISCOPERTA E PERFEZIONATA CON LA TECNOLOGIA MODERNA.

di Maurizio Martucci

Roberto Barsi è romano appassionato d’atletica, medico internista e colonproctologo, omeopata dal 1982, da oltre 25 anni professionista di Medicina Funzionale e noto soprattutto per essere stato tra i primi ad aver importato in Italia l’Idrocolonterapia, il lavaggio intestinale effettuato in assoluta sicurezza. Barsi ha all’attivo una stima di 15.000 sedute svolte.

A 2017 ha condotto il workshop: “Idrocolonterapia, tra saggezza popolare e scienza”. Perché questo titolo, dottor Barsi?
“Perché non abbiamo inventato nulla. Il lavaggio di retto e colon viene fatto da migliaia di anni, considerato che da sempre c’è attenzione per la pulizia dell’intestino: dagli egizi agli esseni, magari prima era eseguita con metodi rudimentali, rischiosi per le infezioni. Ma oggi la tecnologia ci mette a disposizione macchinari totalmente sicuri per il paziente, che può solo beneficiare degli effetti di un intestino libero e pulito”.

Ma parte dell’ambiente medico ancora snobba la terapia, non considerandola tale.
E negli ospedali non si fa idrocolon.
“È un grosso handicap! Non viene eseguita principalmente per problemi logistici, di costi e assenza di personale formato. Invece l’idrocolon dovrebbe essere la regola prima degli interventi chirurgici sull’addome, ma anche prima di un esame come la colonscopia. Il solo clistere non basta, è riduttivo soprattutto se si vogliono evitare alcune complicanze post operatorie tipicamente fastidiose”.

È un vuoto italiano o anche all’estero è così?
“Molti paesi, anche in Europa, puntano sul rimborso del settore pubblico. Cioè fai idrocolon privatamente, poi avviene il rimborso della sanità statale. So che in Venezuela, a Caracas, c’è persino un’azienda che l’ha adottata come politica di prevenzione sui propri dipendenti”.

Perché?
Beh, chi fa idrocolon si ammala di meno, conviene all’azienda ma converrebbe anche allo Stato avere cittadini meno malati… e i casi di neoplasie sono in aumento.

Norman Walker, pioniere americano del movimento crudista-vegetariano, puntava molto sulle potenzialità dell’idrocolon, affermando che “il colon è il sistema fognario del corpo”. Che voleva dire?
Che il colon è come una cloaca tossica. Nel tratto gastrointestinale si blocca materiale di scarto, materiale tossico. Se va bene resta cibo in fermentazione, altrimenti finisce in putrefazione. È molto pericoloso, considerando che da quando la chimica s’è impadronita della nostra vita, sono proprio gli scarti chimici ad insidiare il colon. Molti, ignari, producono feci cancerogene!

Sta dicendo che i nostri corpi sono pieni di sostanze chimiche dagli esiti sconosciuti?
Dovremmo isolarci dal mondo civile per non esserlo, i pericoli della chimica ci circondano, dai farmaci agli inquinanti atmosferici fino all’alimentazione, cioè al cibo che ha subito processi di lavorazione di sintesi. Dove rimane tutta quella roba? E cosa produce nel corpo? Nell’intestino?

Quindi idrocolon come terapia detox?
Certamente! Di assoluta priorità proprio per lo stile di vita che normalmente viene condotto. L’esigenza di una pulizia intestinale oggi più di ieri è cruciale!

E a chi consiglierebbe una seduta di idrocolon?
A tutti, indistintamente, perché chiunque ne beneficerebbe, soprattutto persone apparentemente sane. È l’unica forma di prevenzione. A maggior ragione per chi soffre di blocchi intestinali, occlusioni, malattie croniche, patologie infiammatorie, tiroiditi, artriti.

Barsi, un’ultima domanda: ma il settore non è regolamentato. Come la mettiamo?
Certo, ma con la Società Italiana di Colon Terapia ci stiamo battendo affinché l’idrocolon sia eseguita soltanto da personale medico e paramedico, in ambiente medico o medicalizzato. Questo principalmente a garanzia della salute del paziente. Che è la cosa più importante.