L’Arte di far rivivere la Bellezza.
Il restauro fa rivivere antichi e vecchi quadri, è sempre esistito e mai tramonterà. Senza non esisterebbero i musei, le paninoteche, gli stessi stabili. La figura del restauratore vive nell’ombra dando piena luce all’oggetto ma si rivela di fondamentale importanza, specialmente in un Paese come il nostro, con oltre il 70% di opere d’arte presenti, solo Firenze ne possiede più della Spagna, seconda nel mondo.
Tanto che in questa sede ritengo opportuno dare spazio all’esecutore.
Gli antichi usavano le grappe insieme alla colla vegetale o animale inserita nella frattura, oggi si adottano materiali reversibili che rispettano il lavoro dell’autore oltre ad essere removibili in attesa di sempre nuove tecnologie.
Non tutti sanno che un gusto nei secoli era quello di adattare le suppellettili all’ambiente da abbellire, specialmente i quadri venivano tagliati modificando le dimensioni. Si trattava di una semplice moda, come nell’Ottocento andava di moda, per ricostruire un vaso antico, completarlo con pezzi provenienti da altri oggetti creando così un’opera mista per stili ed epoche difficile da riconoscere se non in fase di restauro.
Oggi si tende a ritrovare e riunire i pezzi per ricostruire l’opera originale così come pensata dall’autore. Dislocati nei vari musei nel mondo, i pezzi originali vengono rintracciati per eseguire un vero restauro.
Vi ricordate…
Lo stagnaro che passava di casa in casa?
Lo considero un precursore, un audace restauratore che sovente con pochi e semplici strumenti ha mantenuto in vita oggetti, alle volte anche preziosi, innescando l’abitudine tipicamente italiana di recuperare, valorizzando il lavoro artigianale e rendendo gli oggetti funzionali laddove avessero meno valore da un punto di vista artistico.
Ennio Tirabassi Maestro d’Arte