LO STUDIO: TRACCE IN 5 DONNE SU 11. QUALI IMPLICAZIONI?
Il 26 settembre scorso è stato pubblicato su JAMA Pediatrics uno studio che documenta l’mRNA della proteina Spike (S) di SARS-CoV-2 dopo somministrazione di vaccini COVID-19 a mRNA Pfizer o Moderna nel latte materno di 5 su 11 donne vaccinate entro sei mesi dal parto. L’mRNA era presente in quantità misurabili in tutti e 5 i casi in particelle chiamate “vescicole extracellulari” e in 3 casi anche nel latte totale. “Quali implicazioni?”
Questa è la domanda a cui risponde con un editoriale* Marco Cosentino, Professore Ordinario di Farmacologia nella Scuola di Medicina dell’Università degli Studi dell’Insubria di cui riportiamo alcuni passaggi. “Sappiamo da molto tempo che dopo la somministrazione di questi prodotti sia l’mRNA che la proteina S si ritrovano in circolo nel sangue e in molti organi e tessuti e vi permangono per un tempo indefinito, che nella maggior parte dei casi è di alcune settimane ma che può giungere anche a molti mesi. La proteina S post-vaccino circola nel sangue sia in forma libera che all’interno di vescicole extracellulari”. Le vescicole extracellulari – spiega il professore – sono importanti per la comunicazione intercellulare e trasportano proteine, lipidi e acidi nucleici (DNA, microRNA e RNA messaggeri). Il latte materno è particolarmente ricco di queste vescicole, che negli ultimi anni hanno suscitato crescente interesse per il loro contenuto in RNA di origine materna, svolgendo funzioni fisiologiche tra cui: “maturazione delle cellule immunitarie, regolazione della risposta immunitaria, formazione di sinapsi neuronali e anche influenza sul possibile futuro sviluppo di malattie metaboliche come l’obesità e il diabete. Era quindi del tutto prevedibile che l’mRNA vaccinale potesse ritrovarsi nel latte materno”.
Quali conseguenze per il lattante? “ad oggi nessuno può dirlo, ma le conseguenze possono essere molteplici”. Secondo gli autori dello studio “la presenza sporadica di tracce di mRNA dei vaccini COVID-19 [nel latte] suggerisce che l’allattamento al seno dopo la vaccinazione con COVID-19 a mRNA è sicura”. In realtà, scrive Cosentino nel suo editoriale, “l’unica cosa che si può affermare è che – con frequenza elevata (5 su 11 in questo studio, dunque quasi il 50%) – il lattante è esposto all’mRNA virale contenuto nel vaccino. Le conseguenze dovevano già essere studiate da tempo e ora non ci si può più sottrarre all’esigenza di esaminare la questione, ma nel frattempo alcune considerazioni possono essere svolte”.
Tra queste, quella che possa considerarsi “non improbabile la riprogrammazione trascrizionale di buona parte delle cellule, per non dire della possibilità di integrazione nel genoma tramite retroposizione, già ipotizzata nell’adulto e fin qui mai esclusa con opportuni studi sperimentali e clinici”. E che non si possa escludere “che il passaggio di mRNA vaccinale nell’organismo del lattante possa portare i tessuti di quest’ultimo a produrre la proteina S virale/vaccinale, con conseguente suo passaggio in circolo e nei tessuti e possibili danni conseguenti, così come pare accada nell’adulto”. Senza dimenticare “che le molecole di mRNA che circolano al di fuori delle cellule o anche dentro alle cellule ma con localizzazioni improprie vengono riconosciute dal sistema immunitario come estranee e scatenano risposte infiammatorie anche molto violente, che contribuiscono allo sviluppo di autoimmunità e danno tissutale”.
Il campione di donne studiato è esiguo, nota Cosentino, ragion per cui lo studio non può dire quali siano i quantitativi che passano da madre a lattante tramite il latte e per quanto tempo. “Ricordiamoci che il primo studio che documentò la presenza della proteina S vaccinale nel sangue la trovò in basse quantità in 11 su 13 persone e per sole due-quattro settimane dopo la vaccinazione. Poi arrivarono innumerevoli altri studi a documentarne la presenza per mesi, in quantità decine o centinaia di volte più elevate e in tessuti e organi danneggiati dai vaccini”.
Secondo il professor Marco Cosentino “fino a che non saranno disponibili evidenze sull’innocuità dei vaccini COVID-19 a mRNA nell’allattamento, è fondamentale evitarne l’impiego in questo periodo della vita, in modo da prevenire eventuali danni al lattante, che – proprio sulla base di questo studio – possiamo oggi essere certi che abbia una elevata probabilità di risultare esposto al prodotto vaccinale”.
Lo studio pubblicato su JAMA Pediatrics: (https://jamanetwork.com/ journals/jamapediatrics/article-abstract/2796427https://jamanetwork.com/ journals/jamapediatrics/article-abstract/2796427). https://marcocosentino.substack.com/p/covid-19-vaccines-mrnadetected-into