MAURIZIO MARTUCCI: “CHAT GPT È IL PUNTO DI PARTENZA PER ARRIVARE ALL’ IA SENZIENTE. L’AMBIZIONE DELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE È METTERE DA PARTE LE PROFESSIONI INTELLETTUALI”.
“Vi spiego i tre step dell’Intelligenza artificiale: c’è quella debole, che oggi conosciamo, poi quella forte alimentata dalla generativa e infine quella senziente, qui arriverà la singolarità”. Lo ha spiegato Maurizio Martucci, giornalista d’inchiesta nonché autore del libro denuncia sul transumanesimo Tecno-Uomo 2030, in un’intervista rilasciata sui canali di i Carlo Donelli Maklhoufi, da 26 anni studioso di fisica teorica applicata a biologia molecolare e a neuroimmunologia.
Secondo Panorama, che la scorsa estate ha dedicato un approfondimento sull’Intelligenza artificiale (AI) l’AI non supererà l’intelligenza umana (almeno per ora). “Almeno 3 sono gli step che possono essere considerati: l’intelligenza artificiale debole, che è quella che oggi conosciamo; quella forte e pure quella senziente: ecco il punto d’arrivo è proprio qui” ha detto Martucci.
E ancora: “Quando si parla di singolarità, di scavalcare, di oltrepassare l’intelligenza biologica ossia l’intelligenza umana, è il terzo step, è quello finale ed è quello che preoccupa di più anche da un punto di vista di ricaduta in termini occupazionali. A differenza delle rivoluzioni industriali precedenti, la Quarta Rivoluzione industriale ha l’ambizione proprio di mettere da parte le professioni ad ampio respiro. Pensiamo ai giudici, pensiamo agli avvocati, pensiamo alla forza lavoro intellettuale”.
Quindi lavoro come quello del giornalista, dello scrittore, del medico, del ricercatore e professore universitario, del docente, dell’ingegnere, dell’architetto, del funzionario della PA etc. “Chat GPT è il punto di partenza – ha proseguito Martucci – per arrivare alla singolarità dove le professioni alte verranno messe da parte per arrivare alla disoccupazione tecnologica. Il 31 di dicembre scorso, negli auguri di Capodanno, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto riferimento proprio ai pericoli della transizione digitale e dell’Intelligenza artificiale anche da un puntio di vista occupazionale. E le ricadute le vedremo a breve, in Cina, tanto per fare un esempio, dove il 5G è molto, molo più avanzato rispetto agli Stati Uniti d’America, ci sono già le dark factory, cioè le aziende senza forza lavoro umana. L’intelligenza lavoro rappresenta questo cervello liquido che può gestire quello che fino a poche ore fa, fino a pochi giorni fa, faceva esclusivamente solo l’essere umano”.
Uno scenario inquietante preconizzato con largo anticipo dal World Economic Forum (WEF), in un report sul futuro dei lavori in cui si prevedeva che rivoluzione industriale 4.0 avrebbe portato alla distruzione di milioni di posti di lavoro.