I PAZIENTI DIMENTICATI

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I pazienti affetti da Covid hanno la precedenza su tutto, ragion per cui molti pazienti oncologici hanno visto sospendere o rimandare le loro terapie. Nei primi cinque mesi del 2020 in tutto il mondo sono stati effettuati un milione e 400 mila screening in meno nei reparti oncologici rispetto agli scorsi anni. Un dato preoccupante. Quasi un milione e mezzo di screening in meno vuol dire migliaia di persone che potrebbero scoprire in ritardo di avere un tumore. Secondo i dati riportati dal National Cancer Institute, negli Stati Uniti, nei prossimi 10 anni, vi saranno circa 10.000 morti in più per tumore del seno e del colon-retto, proprio a causa dei ritardi che la pandemia ha fatto registrare a screening e trattamenti. Il tasso di mortalità è destinato inevitabilmente ad aumentare e, anche per chi sopravvive, le probabilità di guarigione saranno minori.

Durante l’emergenza coronavirus sono triplicati i morti di infarto in Italia: le persone hanno paura ad andare in ospedale, soprattutto con sintomi meno gravi, e quindi spesso le diagnosi arriva in ritardo. Sulla base di uno studio multicentrico condotto in 54 ospedali italiani, la squadra di cui faceva parte il prof. Indolfi aveva verificato una riduzione del 50% dei ricoveri per infarto miocardico nel 2020, durante il periodo pandemico. Quell’indagine è oggi confermata dallo studio europeo Covid (Isacs-Stemi Covid 19) sull’infarto acuto, partito da Novara nel mese di aprile. Lo studio, che ha coinvolto 77 tra le maggiori istituzioni europee nel trattamento dell’infarto acuto, ha mostrato che il numero dei pazienti con infarto sottoposti ad angioplastica primaria per milione di abitanti è notevolmente diminuito da 595 nel 2019 a 494 nel 2020, con una riduzione significativa del 19%.

Miriam Alborghetti