Sembrano spuntare come funghi tra i marciapiedi della capitale. Sono le fontanelle di Roma che sgorgano gratuitamente acqua fresca e potabile tutto il giorno.
di Pamela Stracci ©
L’idea di creare i “Nasoni” nasce intorno alla fine del milleottocento per poi essere realizzati nel 1874 per iniziativa dell’allora sindaco Luigi Pianciani con lo scopo di dare gratuitamente acqua fresca a tutti i cittadini. Una caratteristica di Roma, ancora oggi apprezzatissime anche dai turisti che passeggiando per le vie della Capitale usano i “Nasoni” per dissetarsi e rinfrescarsi.
Il termine Nasone è un affettuoso nomignolo con i quale il popolo romano ha ribattezzato le fontanelle, a causa della forma ricurva della cannella dove sgorga l’acqua: e allora che ci vuole? Si chiude con il dito il foro inferiore per far uscire l’acqua dal buchino sulla gobba della cannella e ci si gode la rigenerante freschezza dell’acqua capitolina.
Generalmente sono fatte in Ghisa di forma cilindrica e non superano i 120 centimetri d’altezza. Le più antiche hanno fino a tre cannelle di erogazione e la maggior parte ha un tipico contenitore a terra con lo scopo di raccogliere acqua per far dissetare gli animali. Insomma possiamo definirle dei piccoli monumenti sparsi per le vie di Roma.
I “nasoni” oltre ad essere unici al mondo per originalità nell’arredo urbano, hanno una importantissima funzione idraulica per garantire il ricambio dei liquidi nelle reti fognarie della capitale evitando sgradevoli ristagni, malgrado tenerle sempre aperte rappresenti un evidente spreco d’acqua.
Con le sue 2500 fontanelle distribuite sul territorio di Roma la capitale si aggiudica quindi un altro piccolo record…. Quello di essere la città con più fontane pubbliche del mondo!