ROMA: BASILICHE DI SANTA PRASSEDE E SANTA PUDENZIANA
I mosaici delle sorelle martiri di Roma. Tra i numerosi luoghi di culto che Roma accoglie, ne possiamo visitare due, particolari nella struttura e nella loro storia, collegati tra loro: la Basilica di Santa Prassede e la Basilica di Santa Pudenziana.
Le due sorelle hanno vissuto a Roma a cavallo tra il I e il II secolo d.C., un periodo storico in cui la religione del Cristianesimo era colpita incessantemente da spietate persecuzioni. Insieme al padre, il senatore romano Pudente, abbracciano la nuova religione, probabilmente con l’aiuto di San Paolo, a tal punto da trasformare la loro regale casa, sul monte Esquilino, in un vero e proprio punto di incontro per coloro che non può praticare apertamente questo nuovo culto. Tuttavia i soldati romani fanno una strage dei poveri adepti nascosti nella residenza e ciò scatena una forte reazione da parte di Prassede, che immediatamente si reca alla ricerca delle spoglie dei cristiani massacrati, al fine di dare loro degna sepoltura presso le Catacombe di Priscilla (sulla via Salaria).
La storia tramanda che le due sorelle vennero uccise proprio per questa loro attività di sepoltura “illecita”. Le loro vite vengono narrate nei “Leggendari romani” e tramandate dai Padri Passionisti, in cui compare la figura di un tale Pastore, un prete romano, che aiuta la nobile famiglia a trasformare la propria residenza in un luogo di culto.
Quando il senatore Pudente muore, non lascia solo le figlie Pudenziana e Prassede, ma anche due figli maschi, Novato e Timoteo. La povera Pudenziana muore molto giovane (16 anni circa) e la sorella decide di darle sepoltura nello stesso punto in cui riposa il padre. La nobile Prassede dedica una Chiesa alla sorella, morta martire, in cui, in seguito a un’altra ondata di persecuzioni a causa dell’Imperatore Antonino Pio (Imperatore dal 168 38 al 161), continua a offrire rifugio a molti altri cristiani. Tuttavia, dopo poco tempo la povera Prassede viene a mancare e il fidato prete Pastore decide di darle sepoltura accanto al padre e all’amata sorella. Con il Pontefice Pasquale I (morto nel febbraio dell’824 d.C.) le reliquie dei martiri e dei fedeli verranno spostate, e Prassede riposerà nella Chiesa a lei dedicata, mentre la piccola Pudenziana e il Senatore Pudente nella Chiesa dedicata a quest’ultimo.
Di questa rocambolesca e avvincente storia, che i codici antichi attestano essere vera, rimangono due meravigliose Chiese, importanti soprattutto da un punto di vista iconografico: la Basilica di Santa Prassede e quella di Santa Pudenziana.
La prima, presso via di Santa Prassede 9, si trova nel punto in cui sorgeva la villa del Senatore Pudente e lascia il visitatore a bocca aperta per i suoi splendidi mosaici, che rappresentano le figure dei Santi Pietro e Paolo, quelle di Prassede e Pudenziana, Pasquale I, e così via. Voluti dal Papa Pasquale I, figura importante per la storia dell’arte romana, questi mosaici si trovano all’interno di una delle Chiese più antiche di Roma, posizionati nell’arco trionfale, nel catino absidale e nell’arco absidale.
“[…] Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose. […] e la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente.” Capitolo 21 dell’Apocalisse
Sull’arco trionfale viene presentata la città di Gerusalemme, con Cristo insieme a due angeli. È possibile notare la figura di Mosè che rappresenta l’Antico Testamento, con le famose tavole delle leggi in mano ed Elia che invece sorregge il Nuovo Testamento. Si osserva anche la presenza di coloro che attendono in fila per entrare nella città, oltrepassando le mura, a guardia delle quali sono posti degli angeli.
In via Urbana, 160, si trova la sobria Basilica di Santa Pudenziana, in cui riposa la giovane sorella di Prassede, risalente al V secolo. Ha avuto numerose ristrutturazione nel corso degli anni, tra le quali la restaurazione della facciata nel 1870, da parte del nipote di Napoleone Bonaparte, il Cardinale Lucien Luis Joseph Napoleon. Anche qui sono presenti incantevoli mosaici: sull’abside centrale, un Cristo circondato da 10 apostoli accoglie il visitatore (i due apostoli mancanti sono scomparsi durante le varie restaurazioni). Questo prezioso mosaico è stato creato in seguito ad un evento quasi miracoloso: nel 410 avviene il Sacco di Roma, e il Cristo rappresentato ha in mano un libro su cui è riportata la frase latina “Dominus conservatur ecclesiae Pudentianae”, durante il sacco Dio ha salvato Santa Pudenziana, poiché unica Chiesa fuggita al terribile Sacco, uno degli eventi più traumatici della storia. L’immagine sacra è sormontata dall’iconografia del Tetramorfo, motivo frequente nell’arte bizantina, che rappresenta i simboli dei 4 Evangelisti: l’Aquila (San Giovanni), il Leone (San Marco), il Toro (San Luca) e l’Angelo (San Matteo), tutti arricchiti da un numero variabile di ali.
Durante alcuni lavori sono stati rinvenuti nelle fondamenta resti di una casa signorile del I-II secolo d.C., ciò conferma che quella che oggi è un’importante e storica Chiesa, in origine era stata la casa del Senatore Pudente, sfruttata come luogo di rifugio per i cristiani perseguitati.
Una famiglia che, al di là dei motivi religiosi, ha segnato la storia con un’umanità e un altruismo fuori dal comune, cui non si poteva rendere omaggio in maniera migliore se non con dei sontuosi e preziosi mosaici che decorano le Chiese a loro dedicate, non solo fondamentali da un punto di vista storico ed iconografico, ma anche celebrazione dei principi cardine della religione Cristiana.
Flavia De Michetti