I giovanotti che insultarono il sindaco Grando hanno pagato il loro debito

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Ricordate quei ragazzotti che insultarono il sindaco Alessandro Grando sui social solo perchè aveva deciso di tenere aperte le scuole non essendoci rischi per la presunta emergenza neve a Ladispoli?Giovani che poi si pentirono, andarono con la coda tra le gambe in comune, accettando di svolgere lavori socialmente utili per evitare la denuncia penale, le spese legali e problemi con la legge. Ebbene, hanno effettuato quanto loro assegnato, a renderlo noto, tramite un post sui social, è stato proprio il sindaco Grando.

“Ieri pomeriggio, al Parco degli Angeli, ho incontrato i ragazzi che qualche mese fa, alla riapertura delle scuole dopo l’emergenza neve, si erano lasciati andare su Facebook con parolacce e insulti nei confronti del sottoscritto. Nei giorni successivi li avevo invitati a farsi avanti per evitare che procedessi per le vie legali nei loro confronti e gli avevo chiesto di dare la propria disponibilità ad effettuare lavori socialmente utili in segno di risarcimento simbolico nei confronti della comunità di Ladispoli. E così è stato. Tutti gli studenti hanno “pagato” il proprio debito aiutando i ragazzi speciali dell’associazione Nuove Frontiere Onlus durante laboratori di giardinaggio, corsi di teatro, pittura e altro. Ognuno di loro si è affezionato ad un compagno speciale con il quale ha evidentemente legato di più nel corso di questi mesi. Uno in particolare ha frequentato più del doppio delle ore previste e ha intenzione di continuare anche in futuro. Li ho trovati cambiati, mi sono sembrati più maturi. Li ho ringraziati per aver mantenuto la parola e gli ho confessato che non li avrei mai denunciati. Il mio unico scopo era fargli capire di aver sbagliato e che devono ritenersi fortunati perché ci sono ragazzi come loro che purtroppo devono fare i conti con problemi molto seri. Un grande ringraziamento all’associazione Nuove Frontiere Onlus, senza la quale tutto questo non sarebbe stato possibile. Per fortuna esiste ancora il lieto fine.”