I GATTI ARCHEOLOGICI

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gatti archeologici

DAL LIBRO ANNA, I GATTI E ALTRE STORIE… DI ANNA BONETTI 

Una necropoli è un microcosmo fatto di gatti, volontari, archeologi e operai. L’ordine non è casuale. Quanto ai diritti, i volontari sono proprio la categoria intermedia. Lavorano un mese o due e poi finisce. I gatti lo sanno quando un cantiere sta per chiudere, lo percepiscono, ma sono abituati ad essere abbandonati, lo sono stati da chissà chi, cuccioli nei pressi dell’area archeologica. Loro sono stati fortunati; almeno hanno trovato qualche brava persona che gli dà da mangiare: un pezzo di pane, un piattino di pasta avanzata, qualche scatoletta, se va bene; tutto fa brodo ed è sempre meglio che fare la fame, come il sabato, la domenica o nel lungo inverno, quando litigano per un pugno di croccantini o una lucertola. Peggio ancora nei giorni di pioggia, quando si può anche morire! Poi però quelle brave persone tornano e gli portano da mangiare. Chi glielo spiega che da domani è inutile stare ad aspettare? I volontari archeologi: per loro niente paga, niente cassa integrazione, niente assegno di disoccupazione, niente lettera di licenziamento, semplicemente si chiude e si aspetta il prossimo cantiere, insieme ai gatti. Perché poi, a differenza degli operai non si possono neanche arrangiare a fare i muratori o gli idraulici. L’ultimo giorno è arrivato. Speriamo che almeno i gatti siano più fortunati! Che trovino una famiglia adottiva, o qualche brava persona che gli porti da mangiare. Per noi volontari purtroppo non ci sono contratti a tempo indeterminato o salari. Si lavora sempre gratis e neanche per la gloria, solo per una grande soddisfazione. Ma sto perdendo tempo prezioso con le mie fantasticherie, è ora che mi decida, mi devo alzare e uscire, è l’ultimo giorno degli scavi.