Gli Etruschi sono tra di noi!

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Tarquinia Necropoli dei Monterozzi Tomba caccia e pesca

“Il DNA dei Tyrreni è ancora vivo in una minoranza della popolazione”

di Angelo Alfani

Gli etruschi, gli antenati a cui ci rivolgiamo ed a cui si rivolgono quotidianamente i nostri amministratori, (il sempre auspicato turismo, mai pervenuto) come soluzione atta a risollevarci dalla catastrofe economica in cui versa la nostra cittadina, sono ancora fra noi, vivi e vegeti. Altro che morti e sepolti! Sembrerebbe che il DNA del popolo dal misterioso ed inquietante sorriso sia presente tra gli abitanti del casentinese e del volterrano. A queste importanti conclusioni sono giunti un gruppo di genetisti dell’Università di Ferrara, Firenze e del Comitato Nazionale delle Ricerche. La notizia, che ha avuto nel tempo vasta eco su riviste nazionali ed internazionali, è di quelle che confermano quanto in molti avevano in animo ma erano privi di prove scientificamente testate. Gli Etruschi non venivano dall’Anatolia, come sosteneva Erodoto, ma erano una popolazione stanziata da tempo in Italia, come aveva giustamente intuito Dionigi di Alicarnasso.

Leggere nel DNA di persone così antiche è difficile”, spiega Guido Barbujani, docente di Genetica all’Università di Ferrara, “I pochi DNA finora disponibili non permettevano di dimostrare legami genealogici fra gli Etruschi e i nostri contemporanei. Lo scorso anno, il gruppo fiorentino di David Caramelli, è riuscito a studiare un numero di reperti ossei superiore a quello finora disponibile; così ci siamo resi conto che comunità separate da pochi chilometri possono essere geneticamente molto diverse fra loro e abbiamo visto come l’eredità biologica degli Etruschi sia ancora viva, anche se in una minoranza dei toscani. Il confronto con DNA provenienti dall’Asia dimostra che fra l’Anatolia e l’Italia ci sono state sì migrazioni, ma che sono avvenute migliaia di anni fa, nella preistoria, e quindi non hanno rapporto con la comparsa della civiltà etrusca nell’VIII secolo avanti Cristo. Viene così smentita l’idea di un’origine orientale degli Etruschi, ripresa alcuni anni fa, da studi genetici che però si basavano solo su DNA moderni”.

Il ritrovamento di tracce genetiche in alcuni abitanti di queste zone interne ed un poco appartate, non è l’unico aspetto stupefacente. Gli autori arrivano alla conclusione che i Tyrreni sono nati in Italia, autoctoni, eredi della civiltà villanoviana locale. Con strumenti sempre più precisi ed affinati i genetisti hanno la possibilità di leggere nei minimi dettagli il genoma degli uomini di oggi come di quelli antichi. Per il DNA degli Etruschi sono stati usati trenta campioni di ossa ritrovate nelle necropoli di Tarquinia e Casenevole.

I frammenti di genoma antico sono stati messi a confronto con campioni di genoma medievale e di individui contemporanei (370 toscani e 5.000 provenienti da altri paesi del Mediterraneo). “L’eredità etrusca – spiega il Professor Barbujani – si è probabilmente dissolta con le migrazioni interne degli ultimi cinque secoli”. Infatti mentre Firenze e Murlo, (località messe sotto esame dalla ricerca) non hanno dimostrato fili e legami genetici col popolo dei tumuli, questi hanno tenuto duro nel Casentino ed a Volterra.

Della sua gita foriporta alla Banditaccia Savinio scriveva. “Questi cittadini vecchi di venticinque secoli sono invisibili ma presenti. Se aguzziamo l’attenzione, se tendiamo l’orecchio udiamo il pissi pissi delle loro voci fitte e sommesse. E quando un vento leggero ci sfiora la faccia, è uno di loro che ci passa vicino”.

Stai a vedere che, facendo un controllo del sangue che l’Avis raccoglie viene fuori che qualche Etrusco sia ancora presente lungo la strada che porta ai Vignali o alla Palma?