GLI ATTIVISTI DI EXTINCTION REBELLION BLOCCANO IL RACCORDO

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EXTINCTION REBELLION

GIUSTO O SBAGLIATO?

Gli attivisti di Extinction Rebellion hanno bloccato per l’ennesima volta il Raccordo Anulare (il sesto blocco in pochi giorni). Continua la loro battaglia a favore dell’ambiente, ma i cittadini sono esasperati.
Giuste o sbagliate queste forme di protesta?

“Ci scusiamo con i cittadini della Capitale per i disagi che arrecheremo nelle prossime settimane, ma lo facciamo anche per i vostri figli”
Questo è l’ultimo comunicato degli attivisti che da dicembre 2021 stanno portando avanti la campagna “Ultima Generazione”.

Extinction Rebellion: chi sono


La loro è una protesta passiva: si siedono a gambe incrociate e bloccano le strade, fino all’arrivo della polizia che li sposta letteralmente di peso. Ma spesso la tensione si alza fino ad arrivare a spintoni, insulti e minacce.

Gli attivisti chiedono la dichiarazione di “emergenza climatica” dei governi, di azzerare le emissioni di gas serra entro il 2025 e di istituire assemblee di cittadini.
Cause nobili che però scatenano l’ira dei cittadini romani.

In molti Paesi i giovani sono in prima fila nelle manifestazioni di piazza per l’ambiente e contro la corruzione dei governi e delle élite finanziarie. Cile, Hong Kong, Repubblica Ceca, Libano e adesso anche Italia, solo per citare alcuni Paesi in cui i giovani sono in prima fila per protestare contro gli scempi ambientali a cui assistiamo da troppo tempo.

Affermano: «Voi avete avuto un futuro lo dovremmo avere anche noi». È questa la spinta che fa muovere milioni di giovani di tutto il mondo, non solo in Occidente, come era avvenuto per i movimenti di protesta degli anni ’60 del secolo scorso, ma anche nei Paesi in via di sviluppo. E poi sono movimenti spontanei al di fuori dei partiti e delle ideologie politiche, motivati dal bisogno di garantirsi un futuro, ma anche un presente più vivibile.

Non sappiamo dire se queste forme di protesta siano più o meno giuste, ma una cosa è certa: vedere l’universo dei giovani che si sta risvegliando dopo che per molto tempo li avevamo considerati troppo dipendenti dalla famiglia e privi di autonomia (addirittura “bamboccioni”) non può essere considerata una cosa negativa.
Molti li accusano di essere incoere
nti figli di papà. Forse, ma non abbiamo sempre considerato l’ignavia e l’accidia due difetti dei nostri giovani?

Probabilmente non tutti sono veri e propri ribelli per giusta causa, ma seguono le mode del momento. Molti conducono vite al limite della sostenibilità lontani dai sacrifici necessari per dimostrare una certa coerenza in tema di diritti dell’ambiente. Ma molti credono in quello che fanno e vanno encomiati per questo.
Purtroppo con le buone maniere non avrebbero avuto la risonanza mediatica che invece si ottiene con
iniziative simili. E allora che ben vengano questi gesti, perché il tempo delle belle parole è finito. Siamo realmente ad un punto di non ritorno e bisogna passare ai fatti.

Se non ora quando?

DI ALFONSO LUSTRINO