Rubrica a cura di Barbara e Cristina Civinini*
PASQUA DI VITA
Su Firmiamo.it sono già state raccolte più di 32 mila firme per dire no alla mattanza degli agnellini.
Lo scorso anno, la festività della Pasqua – secondo i dati Enpa – ha portato al mattatoio quasi 2,7 milioni di animali tra agnelli, agnelloni e capretti. Le vittime della cosiddetta “Pasqua di sangue” sono cuccioli tra i 30 e i 40 giorni di vita, strappati prematuramente alle loro madri dopo una gravidanza di 5 mesi, regolata in modo tale da poterli uccidere quando pesano circa una decina di chili. Proprio per questo l’ente Protezione Animali ha lanciato una petizione su Firmiamo.it, per fermare la mattanza. Una pratica veramente atroce se consideriamo che la Pasqua è una festa dello spirito, non della carne. “Secondo le stime più recenti rilasciate dall’Istat – dichiara Marco Bravi, Presidente del Consiglio Nazionale – i numeri di questo massacro continuano a essere impressionanti”. “Per questo, prosegue, ribadiamo il nostro impegno a salvare i cuccioli di pecora dal mattatoio invitando le persone a riflettere bene su ciò che si cela dietro a quelle confezioni anonime in cui viene imballato ciò che resta dei poveri agnelli”. “È importante capire che non c’è differenza tra i cani e i gatti che abbiamo in casa e gli agnelli o gli altri animali che vengono quotidianamente mandati al macello, spiega Piera Rosati – presidente nazionale della Lega Nazionale del Cane. Tutti gli animali amano, gioiscono e soffrono allo stesso modo e dovrebbero avere lo stesso diritto alla vita. Per questo continueremo a batterci, prosegue, finché non vedremo la stessa indignazione per il maltrattamento di un cane e quello di un agnello o di un altro, purtroppo, cosiddetto animale da reddito”. In quest’occasione – dopo 67 anni d’impegno e di battaglie – l’associazione lancia il suo nuovo logo: LNDC ANIMALPROTECTION. Tutti possono fare la differenza con la loro scelta diversa: un menù cruelty free. Lo potrete scoprire cliccando su: http://www.legadelcane.org/wp-content/uploads/2017/03/ricette-verticale-ld.jpg. Chaplin diceva: l’uomo è un animale addomesticato che per secoli ha comandato sugli animali con l’inganno, la violenza e la crudeltà. Come dargli torto?
La petizione: http://goo.gl/UDuLSq
PROVOCARE SOFFRENZA PSICHICA E’ REATO
L’ha stabilito una recente sentenza della Corte di Cassazione, la 10009/17 del primo marzo 2017. Un primo salto di qualità il Codice Penale lo aveva fatto con l’art. 544 per cui il maltrattamento di un animale non è stato più considerato soltanto un “delitto contro il patrimonio” ma contro l’animale stesso, prevedendo persino la pena detentiva. Concetto chiarito dalla Cassazione con la sentenza 24734/2010. Con la 10009/17, dell’1 marzo, viene fatto un nuovo passo avanti. L’imputata si era resa responsabile di avere mantenuto, all’interno di un locale chiuso concesso in comodato d’uso, 25 gatti selvatici e un cavallo, in condizioni ambientali incompatibili con la natura degli stessi animali, a causa delle quali essi avevano patito gravi sofferenze. Riconosciuta colpevole con le attenuanti generiche, della contravvenzione di cui all’art. 727 C.P. (Abbandono di animali), aveva proposto ricorso per Cassazione. Il locale si trovava in pessime condizioni igieniche – come verificato dalla stessa ASL – con il pavimento completamente imbrattato di feci, di urine frammiste e sporcizie varie, tali da provocare esalazioni ammoniacali urticanti e da contaminare il cibo e l’acqua, sicché i felini presenti, già sofferenti per il loro stato di cattività, avevano patito rilevanti sofferenze fisio-psichiche, riconosciute dalla Corte come tali. Dunque, l’alta Corte con la sentenza 10009/17 ha stabilito che, “ai fini dell’integrazione del reato in esame, non è necessario che l’animale riporti una lesione all’integrità fisica, potendo la sofferenza consistere anche soltanto in meri patimenti (Sez. 3, n. 175 del 13/11/2007, dep. 7/01/2008, Mollaian, Rv. 238602), la cui inflizione sia non necessaria in rapporto alle esigenze della custodia e dell’allevamento dello stesso (Sez. 3, n. 28700 del 20/05/2004, dep. 1/07/2004, Fiorentino, Rv. 229431)”.
CIAO DANILO
Se n’è andato Danilo Mainardi, classe 1933, etologo, ecologo ed eccellente divulgatore scientifico. Sono nel cuore di tutti i suoi appuntamenti fissi con Piero Angela in Quark e Superquark. Rubriche che Mainardi trasformò in un’occasione in più per spiegare al grande pubblico il comportamento degli animali e la loro psicologia, imprinting compreso, e il valore scientifico della pet therapy. Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu – di cui fu presidente onorario dal 2002 – l’ha definito non solo un gigante della scienza, punto di riferimento per l’associazione ambientalista in difesa degli uccelli, ma anche un faro per la cultura italiana.
* ENPA Santa Marinella
Colonia felina del castello di Santa Severa
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