Armistizio raggiunto con soluzioni alternative condivise.
Ieri sera, giovedì 24, presso l’Istituto Giovanni Cena si è tenuta l’annunciata riunione del consiglio di Istituto con la partecipazione del sindaco Pascucci e dell’assessore Cenerilli. Tanto era stato stabilito mercoledì sera al Granarone, dove si sono incontrati sindaco e assessora, con le mamme degli alunni “incazzate nere” – così si è espressa più volte qualcuna di loro – perché preoccupate della sorte dei propri figli, che visti i convulsi accadimenti dei primi giorni di scuola ( bagni rotti, rischio di essere trasferiti in tende gonfiabili spacciate per tensostrutture), volevano vederci chiaro.
Katia Blasi, Rita Narducci e Simona Di Bernardi, molto attive nel comitato dei genitori. Sono loro che hanno concretizzato il suggerimento di Ramazzotti durante la riunione nella sede di Italia Viva. La Narducci ha mandato quella email che ha allarmato la asl che ha proceduto al sopralluogo costringendo il preside a dover ammettere di aver firmato un documento dove si prendeva la responsabilità che mai avrebbe fatto accedere i ragazzi in quelle tende poiché non erano tensostrutture e quindi non idonee. L’abilità dialettica di un sindaco che sembra voglia misurarsi con quella dei suoi interlocutori, stavolta non è servita e non è servita neanche la compiacenza di tecnici che si inventano appartenenze strane alle famiglie delle tensostrutture e a responsabili di protezione civile che dimostrano di non conoscere i materiali che usano. Tutto per compiacere al sindaco.
Con calma e ragionevolezza sono state trovate poi, soluzioni alternative condivise come per esempio l’utilizzo del prefabbricato adibito a mensa che fino a ieri era tabù. E per adesso si sono calmati tutti. Ma la calma è solo apparente, non viene perdonato che si è arrivati a dover risolvere enormi criticità a questa data con un ignobile rimpallo di responsabilità.
Toni Moretti