GINKO BILOBA LA PIANTA DELLA SENESCIENZA

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Ginko biloba

Il Ginko biloba è la pianta più antica, una delle poche palmate: ricorda cioè una mano aperta, per le nervature e venule principali che si aprono a ventaglio. Una vero e proprio fossile vegetale vivente, vecchissimo ma saggio.

E’ questo un altro inequivocabile “segnale della natura” che indirizza la sua prescrizione (foglie fresche in Tintura Madre, T.M.) nel soggetto anziano, con troppe primavere sulle spalle in cui la memoria non è più quello dei tempi migliori.

Il Ginkgo è una pianta dioica, vale a dire che ha solo fiori maschili sopra un individuo vegetale e solo fiori femminili sopra un altro individuo distinto dal primo. Ciò sta a significare, nel “linguaggio dei fiori” (Bondelaire), che è utile in entrambi sessi, uomini e donne.

Originario della Cina e del Giappone attualmente popola parchi ed orti botanici. Che il Ginkgo sia un “duro”, nonostante la longevità, lo dimostra il dato che presenta un’alta resistenza alla siccità, resiste moltissimo alle basse temperature (-34°C) e all’inquinamento atmosferico.

Se non avesse queste doti non avrebbe guadagnato la medaglia d’oro della longevità. I suoi principi attivi sono soprattutto i terpeni glicolidi (specie B), i glicosidi flavonidi e gli acidi ginkgolici. È lei la “pianta della senescenza”, perché aumenta la vascolarizzazione dei tessuti grazie all’organotropismo per i vasi arteriosi, sia livello cerebrale che degli arti inferiori.

A ciò va aggiunta un documentato miglioramento dell’attività dei trasmettitori chimici del cervello, del metabolismo energetico con riduzione dei radicali liberi. E pertanto facile intuire quali siano le sue indicazioni cliniche: insufficienza circolatoria cerebrale del soggetto anziano con talora associate vertigini, acufeni, cefalea. Involuzione senile precoce con perdita della memoria, disturbi dell’umore con “alti e bassi”.

E pertanto facile intuire quali siano le sue indicazioni cliniche: insufficienza circolatoria cerebrale del soggetto anziano con talora associate vertigini, acufeni, cefalea. Involuzione senile precoce con perdita della memoria, disturbi dell’umore con “alti e bassi”. Arteriopatia degli arti inferiori con disturbi deambulatori (si deve arrestare se cammina a lungo a causa dell’insorgenza di crampi dolorosi). Un altro rimedio ad attività antisenescente, la Sequoia gigantea utilizzata come gemmoterapico MG 1 DH (50 gtt in un po’ d’acqua di colazione se associato al Ginko biloba T.M., 40 gtt ore 16, lontano dai pasti) può migliorare un’arteriopatia obliterante degli arti inferiori di grado lieve – moderato. La sequoia gigantea è più indicata nell’anziano depresso, poco vitale, inappetente con facile affaticamento.

<Il ganglioside B (del Ginko n.d.r.) è risultato essere un inibitore del PAF (Platelet activating Factor), mediatore fosfolipidico intracellulare prodotto dalle piastrine ed è implicato in svariati processi (aggregazione piastrinica)> (E. Campanini. Dizionario di fitoterapia e piante medicinali. 1998).

Per tale motivo la pianta va somministrata con cautela (come Allium sativum, l’Aglio)nei pazienti che assumono anticoagulanti. Reuter H.P. ha dimostrato, come altri ricercatori, con studi clinici, in doppio cieco, la maggior vigilanza con conseguente migliora qualità della vita nei soggetti anziani in trattamento prolungato (diversi mesi) con Ginko. J. Bruneton, il grande fitoterapeuta francese, nel suo celebre testo (Pharmacognosie. Techinque e Documentasion. 1993) cosi descrive il campo di azione di questa antica pianta palmata e dioica.

<E’ un vaso regolatore, vasodilatatore arteriolare, vasocostrittore venoso, rinforzatore della resistenza capillare, inibitore dell’aggregazione piastrinica ed eritrocitaria; diminuisce l’impermeabilità capillare, migliora l’irrorazione tissutale, attiva il metabolismo cellulare in particolare a livello corticale aumentando la captazione di glucosio e ossigeno>.

E nelle foglie che racchiude la benefica forza nel contrastare la senescenza che si fa accidiosa e rancorosa. Facciamo chiarezza: non può niente contro l’Alzheimer o altre gravi malattie degenerative cerebrali. Migliora però lo stato mentale e circolatorio di chi ha lungo ha vissuto.

Dottor Professor
Aldo Ercoli

Alzheimer
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Specializzato in Cardiologia e Broncopneumatologia e esperto in Malattie Infettive.

Cardiologo già docente in Microbiologia ambientali,
Medicina Naturale e di formazione dei medici di medicina di base.