Fuga per la vita

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Arriva nelle sale “Mia e il leone bianco”, un film dai valori nobili per grandi e piccini, firmato da Gilles de Maistre. Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, è distribuito da Eagle Pictures.

di Barbara Civinini

Una vera amicizia: quella di Mia e Charlie, un leone albino dagli occhi azzurri. La porta sul grande schermo il pluripremiato regista e documentarista Gilles de Maistre con l’aiuto di Kevin Richardson, zoologo esperto di leoni e ambientalista di fama mondiale. La storia di Mia e il leone bianco è semplice ma coinvolgente. La piccola Owen ha solo 11 anni quando fa amicizia con Charlie, nato nell’allevamento dei genitori in Sudafrica. Per anni i due crescono insieme e condividono ogni cosa. Ormai quattordicenne, Mia scopre che il padre ha intenzione di vendere il suo amico ai cacciatori di trofei. A questo punto decide di fuggire per portare Chalie nella riserva naturale di Timbavati, dove sarà finalmente al sicuro. Il film non è frutto di effetti speciali, spiega Richardson, quello che vedi sullo schermo è ciò che è realmente accaduto. Naturalmente, è stato girato con l’obiettivo di impedire qualsiasi tipo d’incidente. Non devi mai dimenticare, dice lo zoologo, che questi sono animali selvaggi e che devono essere rispettati come tali. Le riprese sono durate tre anni, durante i quali Mia e Charlie sono realmente cresciuti insieme. La piccola protagonista è interpretata da Daniah De Villiers, alla sua prima esperienza sul grande schermo, anche se ha iniziato la sua carriera a soli 10 anni con spot pubblicitari. Lo splendido esemplare felino Thor, nei “panni” di Charlie, è stato affiancato un altro leone maschio e 4 leonesse. Dopo le riprese, i 6 leoni sono rimasti insieme e oggi vivono nella riserva di Richardson, grazie a un fondo creato dal team di produzione. Il solidalizio con de Maistre risale al documentario biografico che ha girato sulla vita dello zoologo: L’uomo che sussurrava ai leoni. L’idea del film, invece, è scaturita da una serie di cortometraggi sui rapporti tra bambini e animali selvatici che il regista ha curato per France Télévision, Les Petits Princes. De Maistre, però, racconta di aver deciso di fare il film solo dopo aver scoperto che in Sudafrica i leoni allevati erano utilizzati per le battute di caccia. E, purtroppo, se la penna di C.S.Lewis, nelle Cronache di Narnia faceva tornare indietro la morte dopo il sacrificio di Aslan, con un messaggio di resurrezione, nella realtà odierna i magnifici leoni bianchi ormai sono quasi estinti. I primi esemplari furono avvistati nel 1938, la prima fotografia fu scattata negli anni ’70 e la scienza ne ha identificato i marcatori genetici solo nel 2013. Non sono affetti da albinismo ma hanno un gene recessivo che gli dona il prezioso manto chiaro, perfettamente mimetico tra le sabbie bianche della loro regione d’appartenenza. I pochi esemplari superstiti vivono ancora nell’area originaria, tra Sudafrica e Mozambico, sotto la tutela del Global White Lion Protection Trust. Dunque, un film dai valori nobili, come la difesa del pianeta e la convivenza pacifica. Ognuno di noi – ha detto de Maistre, come riporta Cinecittà Newspuò avere una parte attiva nel cercare di far cambiare il mondo.