Fruttariani d’Italia alla riscossa

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fruttarismo

Libri e Festival degli ‘animisti’ del cibo

Come i vegani non mangiano carne, pesce, né derivati animali (“i latticini impoveriscono di calcio l’organismo“), ma neppure cereali-legumi né farinacei (“i carboidrati ristagnano nel corpo formando muco“). Solo frutta dolce e ortaggi.
Passano per gli animisti del ciboun’etichetta mistica ‘gandhiana-jainista’ del politeismo sostenibile dell’alimentazione praticato da quanti, in frutta e sue proprietà, più che un’alternativa modaiola all’onnivorismo imperversante vedono un vessillo etico-salutistico del sano nutrimento per l’Uomo del Terzo Millennio, in summa veritas buon ristoro olistico. Chi sono? I fruttariani, i seguaci del fruttarismo, movimento originariamente tedesco nell’800 su intuizione  di Arnold Ehret (sua la dieta senza muco), che trova sempre più adepti in Italia (Steve Jobs pare ne fosse una sorta d’ambasciatore nella Silicon Valley).

Il fruttarismo denota un insieme di pratiche alimentari vegetariane aventi in comune il consumo esclusivo o prevalente di frutti. E’ basato sulla credenza che l’uomo, da un punto di vista biologico, sia frugivoro, ossia che la sua alimentazione ‘naturale’ sia costituita da frutta“. Alla base anche l’assunto che le piante, in quanto esseri viventi, non debbano in alcun modo essere sfruttate e danneggiate“. Sul profilo social di cucina fruttariana alla romana dei Karpos (dal greco greco karpós, frutto e phageîn, mangiare) a scanso di equivoci si legge: “da chiarire che la cucina fruttariana non utilizza solo la frutta ‘dolce’ (pere, banane, meloni); ma anche la frutta ‘grassa’ (avocado, olive) e la frutta cosiddetta ‘ortaggio’ (pomodori, peperoni, melanzane, zucca)”.

 

Naturista-igienista e chimico, ma soprattutto fervente assertore della pace e dell’alimentazione vegetariana a base di frutta, uno scritto di Armando D’Elia (circa 600 tra dossier e volumi all’attivo, studioso di dietetica, fu Presidente del Comitato medico-scientifico dell’Associazione Vegetariana Italiana) sul sito dei Fruttariani d’Italia puntualizza che per “una corretta comprensione del Fruttarismo occorre fare uno sforzo su sé stessi: si devono, cioè, lasciare da parte tutte le teorie e le ipotesi sull’alimentazione dell’uomo preistorico che grosse forze economiche ed una scienza asservita al potere e al profitto hanno cercato di farci accettare a tutela di determinati interessi. Si deve invece cercare di dare risposte soddisfacentemente accettabili agli interrogativi che certamente suscita tale tema, utilizzando il buon senso, la logica elementare e i nostri orientamenti istintivi : sono, questi, tre semplici ma potenti strumenti di indagine di cui tutti disponiamo e che dobbiamo rivalutare ed usare con determinazione“.

La Coordinazione Fruttarismo Italia fa capo a Fruttalia, movimento del Bio Movimento Rievolutivo fondato da Luca Speranza, il cui “nome fa riferimento alla frutta, ma la missione è più ampia. Si parte dal presupposto che un alimentazione fruttariana è possibile, ed è la chiave del nostro benessere. Ma anche altre necessita dell’uomo che ci vengono purtroppo sempre più negate ai giorni nostri fanno parte di una vita sana e felice“. Nell’omonimo libro (benessere e salute con buonsenso e semplicità, Edizioni Il Punto d’Incontro) scritto a quattro mani (Speranza più Silvio Sciurba), Fruttalia si definisce “un sistema completo di cura e prevenzione basato sulle capacità innate del corpo di vivere in perfetta, se non viene avvelenato da un’alimentazione inconsapevole“.

Di libri ce ne sono poi altri, dal ‘Manuale della Rivoluzione Fruttariana sostenibile’, ‘Cucina Bio-Evolutiva’ ‘Destinazione Eden, il fruttarismo spiegato’, ‘Fruttalia, attivare le capacità innate del corpo per aumentare benessere e salute’ e ‘Fruttarismo, un cammino di libertà’E a Milano, da quest’anno c’è pure il ristorante Vegan-Fruttarismo (fornisce il servizio dog-sitting per animali al seguito), gestito dallo Chef Fernando Bruno, cuoco rigorosamente vegano-fruttariano, con il Comitato Etico Fruttariano Italiano animatore del 1° Festival Sostenibile Fruttariano Italiano, appena concluso.
Oltre lo show cooking, in rassegna si sono viste (e assaggiate) lasagne crudiste fatte di zucchine e pizza a di banane tropicali condita con ‘mozzarella fruttariana’. “Un evento partecipato, condiviso, armonioso. – afferma ad Oasi Sana il promotore Fernando Bruno, con lui l’altra chef della kermesse è stata Angela Manzo – Ci sono stati partecipazioni da tutta Italia con ricercatori per la cucina carpotecnica provenienti da Roma, Molise, Toscana, Sicilia ed oriente. Il nostro è un mondo in evoluzione per renderlo sempre più sostenibile. Dal festival Veganfruttariano 2017 di Milano s’afferma l’idea dell’alimentazione cruelty free fruttariana come possibile alternativa specifica per l’essere umano“.

DETRATTORI. Lo studioso americano Stenley Bass (noto medico con laurea in naturopatia, per mezzo secolo uno specialista in medicina alternativa e della nutrizione) approcciò nello studio del fruttarismo, spingendosi ad abbracciarlo in prima persona, seguendo l’approccio originario della dieta secondo il pioniere Arnold Ehret. Come fini? Bass denunciò  le criticità della dieta (lamentando deficit principalmente minerali): assumendo solo “succhi – alcuni di 10 giorni, altri di 20, varie volte l’anno. Ad un certo punto, dopo essermi cibato esclusivamente di succo di pompelmo per oltre 2 settimane (a volte imbottigliato senza zuccheri) ho notato che le mie gengive sanguinavano, ed intorno al decimo giorno, i miei denti cominciavano a ballare sulle gengive. Tutto questo mi spaventò e smisi di bere questi succhi“. Idealmente, nel libro ‘Fruttarismo, la via verso il Paradiso’ (Edizioni Impronte di Luce) la difesa assolutoria di giustezza di Anne Osborne, inglese animalista-fruttariana sin dal 1991 (aveva 24 anni):“Una dieta esclusiva a base di frutta potrebbe non essere ottimale per tutti; tuttavia, secondo la mia esperienza, posso certamente dire che ha il potenziale di funzionare molto bene e di portare una salute e una felicità formidabile nella vita di ogni giorno”. Finale, ovviamente da animista del cibo: “la bellezza di una dieta di frutta è che i suoi benefici vanno ben oltre la vostra vita personale. La frutta è creata dalle piante come perfetto strumento di propagazione, ed è per la gioia e il beneficio dell’umanità che molti frutti sono anche dei deliziosi alimenti”

di Maurizio Martucci

Fonte:Oasi Sana