TENERE INSIEME I VIVI ED I MORTI

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lutto
Franco Arminio

TENERE INSIEME I VIVI E I MORTI

FRANCO ARMINIO, UNO DEI POETI PIU’ SIGNIFICATIVI DEL NOSTRO TEMPO, SCRIVE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: “CHE VENGA PROCLAMATA UNA GIORNATA DI LUTTO NAZIONALE”

                                di Angelo Alfani

Ho ricevuto questa lettera-appello alla Presidenza del Consiglio da parte del poeta Franco Arminio, amico da anni.
Arminio è un poeta tra i più significativi ed importanti del nostro Paese.
Da sempre impegnato a difendere la sua terra e la sua comunità, quella dei paesi a rischio abbandono che attraversano,a cavallo delle montagne  la dorsale appenninica, al punto da definirsi “paesologo”.
In un momento drammatico, in cui assistiamo ad uno sciupio di parole inutili e continuamente ripetute, in cui chi vive di politica gareggia con scienziati e angeli degli ospedali a superarli nelle apparizioni televisive ed online, ho ritenuto che le parole di un poeta,abituato al silenzio tipico dei luoghi in cui ed nato e vive, all’essere essenziale e conciso, potessero esserci utili.
Rompere il frastuono delle chiacchiere per farci pensare, a tutti.

ILLUSTRE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO,

certamente non le sfugge che l’inevitabile decisione di impedire lo svolgimento delle normali cerimonie funebri è una cosa inaudita nella storia millennaria dei popoli italici.

Morire di Coronavirus oggi è un po’ come sparire. Credo che tutto il popolo italiano si debba stringere intorno ai familiari delle vittime che ci sono state fin qui e purtroppo ci saranno nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Mi piacerebbe che venisse proclamata una giornata di lutto nazionale.

Oltre che rispettare le norme per impedire nuovi contagi, oltre che concentrare tutti gli sforzi possibili sulla battaglia negli ospedali, abbiamo bisogno anche di momenti dal forte valore simbolico

Sarebbe bello che ogni famiglia fosse invitata ad attaccare ai balconi un piccolo drappo nero in segno di lutto, come avveniva una volta davanti alla casa del morto. Sarebbe bello che per dieci minuti, a partire da mezzogiorno, ci fosse un tempo di raccoglimento in ogni famiglia, un momento di preghiera o di silenzio, un modo per salutare idealmente tutte le persone che sono morte.

La coesione nazionale è un bene preziosissimo in questo momento. Prima, in una sorta di egoismo corale, eravamo tutti assieme, ma ognuno per conto suo. Adesso siamo ognuno per conto suo, ma tutti assieme. Anche piangere, meditare, stare per qualche minuto in preghiera o in silenzio, può essere un grande lievito per far fronte ai momenti difficili che ancora ci aspettano.

Se è un momento inaudito, anche la politica a tutti i suoi livelli deve coniugare scrupolo e apertura all’impensato. La politica può essere una bella e rigorosa cornice dove gli italiani provano già da ora a costruire un legame più saldo tra di loro. Una comunità vera deve tenere assieme i vivi e i morti. La politica in questo momento deve essere allo stesso tempo efficace e lirica, deve coniugare lo sguardo delle regole e le regole dello sguardo.

Cordiali saluti
Franco Arminio