Un grande aiuto viene dai “magnifici tre” rimedi omeopatici: aconitum napellus, rhus toxicodendron ed ignatia amara
Come distinguere l’ansia, dalla fobia e dall’ossessione? L’ansia è una paura che il soggetto avverte di una cosa che non si conosce, non si sa che cosa sia, né l’entità né la quantità.
E’ un qualcosa di indefinito di cui si ha paura.
La fobia è una paura oggettiva, che si conosce bene come per esempio il terrore per i coltelli, di restare soli in casa, la paura di essere in una piazza affollata oppure vuota da soli; la paura delle grandi altezze etc.
Tutte condizioni queste, dette fobiche, che possono portare a dei veri e propri attacchi di panico.
Mentre l’ansia e la fobia sono due condizioni patologiche che coinvolgono il paziente con l’ambiente esterno, l’ossessione invece è frutto del proprio io, del suo modo di pensare, dell’encefalo.
L’ansia può essere, quando non è persistente, anche fisiologica.
E’ solo una risposta dell’organismo alle sollecitazioni che gli vengono dal mondo esterno. Rappresenta una reazione necessaria di adattamento che mettiamo in atto per far fronte a queste sollecitazioni.
Quando si instaura un conflitto con l’equilibrio soggetto – mondo esterno non risulta più funzionale, diviene patologico. Una sintomatologia ansiosa persistente che interferisce con le attività quotidiane del paziente, persistendo per almeno 6 mesi, rappresenta un disturbo d’ansia generalizzato.
Quali sono i sintomi ed i segni dell’ansia? Uno stato di inquietudine con apprensione costante e non facilmente controllabile, aumento della vigilanza, difficoltà a concentrarsi, somatizzazione con dolori muscolari, palpitazioni, dispnea sospirosa, tremori, gastralgia, colon irritabile con stipsi alternata a diarrea, cefalea muscotensiva. Vi sono delle turbe neurovegetative mediate dall’asse ipotalamo – ipofisi – ghiandola bersaglio e dal sistema limbico.
A seconda che prevalga il sistema autonomo simpatico o parasimpatico si modifica la frequenza cardiaca. Nel primo caso si ha tachicardia (la più frequente) nel secondo, nel parasimpatico, la bradicardia.
Le sfaccettature sintomatologiche sono poi molteplici: sudorazione eccessiva, vasodilatazione, aumento della peristalsi intestinali, ipertono muscolare, tremori, secchezza delle fauci, fame d’aria, senso di nodo alla gola variazioni del diametro delle pupille oculari …
Lo stato di ansia generalizzato, pur con prevalenza di alcuni organi bersaglio, può simulare qualsiasi patologia organica. Questo rappresenta un’insidia, un pericolo per il medico curante che può portarlo a generalizzare senza effettuare una necessaria diagnosi differenziale.
Sintomi e segni simili a quelli provocati dall’ansia si verificano in soggetti cardiopatici con coronaropatie, malattie della tiroide, nelle intossicazioni o astinenze farmacologiche. Aggiungiamoci poi che l’ansia può essere presente nella depressione (stato ansioso – depressivo), nella schizofrenia e nelle affezioni mentali di natura organica. Altra e più eclatante manifestazione dell’ansia è il disturbo da attacco di panico (DAP). E’caratterizzato dall’improvviso verificarsi di un senso di paura senza alcun motivo apparente mentre si svolgono normali attività quotidiane.
Anche in questo caso l’impegno diagnostico consiste nel differenziare il panico dalle malattie cardiovascolari che esso è in grado di imitare.
Numerose altre patologie organiche possono poi simulare una crisi di panico: l’iper o l’ipotiroidismo, attacchi epilettici parziali complessi, ipoglicemia, feocromocitoma, assunzione di farmaci (anfetamina, cocaina, caffeina) astinenza farmacologica (alcol, oppiacei, barbiturici, benzodiazepine).
Qual è la terapia? Nei disturbi ansiosi generalizzati si ricorre, alla medicina convenzionale, alla psicoterapia di supporto o intensiva al fine di modificare l’anomalo comportamento.
Nei casi più gravi si ricorre ad un trattamento farmacologico a base di ansiolitici che sono i farmaci di prima scelta. In medicina naturale accanto al supporto psicologico si possono utilizzare i fiori di Bach (rescue remedy) i farmaci fitoterapici (biancospino, valeriana, melissa etc), oppure rimedi omeopatici chiamati “simillimum”, perciò strettamente personalizzati, individuali.
Negli attacchi di panico la medicina convenzionale ricorre agli antidepressivi tricicli o agli inibitori della monoaminossidasi (efficacia dell’80-90%).
I farmaci beta-bloccanti possono essere utili nel ridurre i sintomi somatici (tachicardia, tremori…) ma sono del tutto inefficaci nel prevenire la paura psichica, il vero e proprio attacco di panico.
Nella mia più che trentennale esperienza di docente in Medicina Naturale i migliori risultati li ho ottenuti solo utilizzando rimedi omeopatici.
Senza entrare nei dettagli che personalizzano questo stato individuale di paura improvvisa posso solo accennare a quelli che ho utilizzato più spesso, ai “magnifici tre”: Aconitum Napellus, Rhus Toxicodendron e dulcis in fundo Ignatia amara.
Dovrei anche parlarvi delle ossessioni, ossia delle idee o immagini ricorrenti che il paziente non riesce a scacciare dal proprio cervello. Tutto ciò crea ansia, eccessivo timore per le infezioni, religiosità eccessiva…
Le compulsioni sono rappresentate da gesti rituali, lavarsi più volte le mani, non uscire più di casa, pulire continuamente oggetti e pavimenti, controllare di continuo i rubinetti del gas. Dovrei infine accennarvi almeno alle fobie specifiche nei confronti di oggetti o situazioni particolari. Lo spazio però è tiranno. Mi obbliga a fermarmi qui. Spero di tornarci presto.